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Tra ostacoli e voglia di rilanciarsi: la strana carriera di Bony
Nel mirino il centravanti Bony: la Sampdoria un trampolino per rilanciarsi dopo diverse stagioni da escluso e incompiuto
Lo sguardo attento della Sampdoria non ha risparmiato nemmeno Wilfried Bony, entrato di diritto nella lista dei possibili rinforzi per l’attacco. La dirigenza blucerchiata ha sondato il terreno con il Manchester City per prelevarlo in prestito con diritto di riscatto, ovviamente ottenendo il lasciapassare da una società – i Citizens – che non lo ha mai veramente incluso nei propri progetti. Gli ostacoli sono comunque due: il suo ingaggio elevato e lo status di extracomunitario, essendo di nazionalità ivoriana. Il primo passo sarà convincerlo a dimezzare lo stipendio per avere un’opportunità in un campionato differente dal suo immaginario, quello italiano, e ricevere la fiducia che gli manca da diversi anni. Il problema principale, infatti, riguarda il rendimento delle due ultime stagioni.
Bony ha iniziato nello Sparta Praga, poi si è trasferito al Vitesse e consacrato con la maglia dello Swansea. Da lì, il salto di qualità: nel 2015 approda alla sponda azzurra di Manchester, dove gioca con continuità la bellezza di 36 partite e realizza solamente sei reti. Poche per meritare la riconferma, dunque accetta di essere messo in discussione allo Stoke City. Inizia così il suo declino, la parabola discendente che cancella quanto di buono fatto in precedenza: 10 presenze, due gol segnati e sei minuti giocati dal 27 novembre scorso al termine della Premier League. Per il classe ’88 non ci sono più molte soluzioni: dovrà scegliere se fare un sacrificio per salvare la propria carriera calcistica oppure continuare a tormentarsi tra panchina e tribuna, alla ricerca di squadre che sanno semplicemente accontentarsi.