La domenica con Lei - Una sanguinosa debacle - Samp News 24
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2013

La domenica con Lei – Una sanguinosa debacle

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Poco più di una settimana fa, dopo l’importante vittoria sull’Atalanta, a fronte della radicale contrapposizione dei due tempi offerti contro la squadra di Colantuono, mi chiedevo quale sarebbe stata la vera identità della Sampdoria di Delio Rossi. La pessima squadra vista nel primo tempo o quella rabbiosa e caparbia del secondo. Dopo quel successo, che ha garantito un minimo di serenità all’ambiente, le due partite contro il Verona, di cui già ho scritto, e quella di ieri contro il Sassuolo di mister Eusebio Di Francesco. Era importante vedere come la squadra si sarebbe comportata, dopo due vittorie di fila, e lo abbiamo visto. Due partite, diverse nella prestazione, che hanno in comune il fatto di aver portato in dote zero punti.

Contro il Sassuolo il Doria è riuscito nell’impresa di far segnare quattro reti al peggior attacco esterno del campionato e di far vincere la prima partita esterna in serie A della storia alla squadra neroverde (come successe alla Longobarda nel famoso film con Lino Banfi). La sconfitta, totalmente immeritata va detto, è una delle più dure e sanguinose della storia recente blucerchiata. Lo è per il modo sadico e stridente in cui è venuta: primo tempo chiuso in vantaggio con merito e secondo condito da un blackout senza precedenti, seguito da una rimonta di egual rilevanza e conclusosi con un rigore subito inesorabile ( e ineccepibile). A poco serve prendersela con Costa e con i suoi errori, pur imbarazzanti (sopratutto quello sull’1-1 del Sassuolo) e determinanti. Il difensore ex Reggina è spesso uno dei migliori e una giornata no ci può stare. Per arrabbiarsi si deve necessariamente andare a fondo, scandagliando la partita con attenzione.

Delio Rossi ripresenta un 3-4-1-2 che non soffre particolarmente la squadra ospite, impaurita e confusionaria per tutto il primo tempo. Le uniche difficoltà si sono presentate quando, a causa di rientri tardivi da un’azione offensiva, la velocità degli attaccanti neroverdi ha colto fuori posizione i centrali doriani. Da due di queste situazioni sono arrivati i cartellini gialli a Gastaldello e Costa. Per il resto è funzionato tutto con discreta fluidità (la velocità è un’altra cosa) grazie alla concretezza di Gentsoglou e alla posizione di Krsticic, che ha infastiditio non poco la difesa ospite. Non si può dire altrettanto bene di Obiang, appesantito e poco lucido, e degli esterni Gavazzi e De Silvestri, quasi mai pericolosi e incostanti nella propulsione offensiva (come al solito pochissimi cross dal fondo). Davanti sia Eder che Pozzi hanno ben combinato cercando spesso di affondare il coltello nella morbida difesa neroverde (bravi entrambi soprattutto nei controlli della palla, sempre vicino al piede per la giocata successiva). Alla fine del primo tempo, pur senza aver sfoderato un gioco spumeggiante, l’atteggiamento propositivo e smaliziato ha permesso alla Samp di chiudere meritatamente in vantaggio su un Sassuolo che è apparso davvero poca cosa. Nella ripresa, nonostante lo scioccante uno due di Berardi e il terzo gol di Floro Flores, la Samp ha giocato mostrando gli attributi come già era successo (Cagliari, Torino, Livorno, Atalanta) meritando nuovamente il pareggio. La rete finale, causata non solo dall’errore finale di De Silvestri ma da tutto il posizionamento della squadra, rappresenta ahimè la realtà attuale di questa squadra che hai dei grossissimi limiti tecnici. Andando a ritroso è fin troppo facile criticare i primi venti sciagurati minuti del secondo tempo. Inutile per un tifoso chiedersi perchè: troppa sofferenza nel farlo senza trovare risposte logiche se non irrazionali autolesionismi che si sperava di non vedere più dopo la retrocessione di tre stagioni fa. Ma se la Samp ha così pochi punti, fatica enormemente ogni partita e, purtroppo, faticherà tremendamente a salvarsi qualche motivo ci sarà. Questa è la Samp odierna (le dieci partite “per una prima analisi” sono già passate). Una squadra volenterosa ma limitata, generosa ma qualitativamente modesta. Difficile aspettarsi molto di più come difficile sarà aspettarsi punti nelle prossime tre partite (Fiorentina, Lazio e Inter). Fa rabbia, certo. Incazzare di brutto, sicuro. Poi se anche una partita che potevi vincere, giocata col cuore e pareggiata in dieci contro undici, partendo sotto di due gol, la perdi allora c’è anche un senso agghiacciante di impotenza

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