Il cuore non basta: gli errori COSTAno caro - Samp News 24
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2013

Il cuore non basta: gli errori COSTAno caro

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Sampdoria-Sassuolo 3-4. Fermandosi al risultato, la disamina sarebbe fin troppo semplice, riassumibile possibilmente con un unico, forte, sostantivo: disastro. Subire quattro goal in casa in quello che una volta era un fortino inespugnabile, da una squadra che fino a quel momento ne aveva fatti solo otto, non è sicuramente un’impresa di cui andare fieri. Però è successo tanto nello scorso pomeriggio e sarebbe tremendamente sbagliato banalizzare il tutto chiedendo la testa di Delio Rossi o affidandosi ad un evergreen in tema di contestazioni come “Vergogna“. 

Ad esempio, nel primo tempo, la Samp ha tenuto benissimo il campo ed ha trovato la rete del vantaggio con il buon Nick Pozzi. Tutto sembra procedere per il meglio, il ritorno alla vittoria e i titoli di giornale che esaltano il cinismo della Samp e la caparbietà dell’attaccante emiliano sono lì, a una manciata di metri. Io vi avrei parlato della rinascita di Pozzi, dei suoi sforzi e della professionalità con cui ha raggiunto una condizione fisica non solo accettabile, ma anche di buonissimo livello. E invece si parlerà di altro, dello stellare exploit di un autentico baby-prodigio del calcio italiano come Domenico Berardi che, dal nostro punto di vista, è però meglio descrivibile come una vera e propria frittata perpetrata da quello che una volta era il nostro mastino difensivo, Costa. Prima si fa anticipare dal calabrese poi si fa rimbambire da una sua finta, risultato: il Sassuolo segna due reti e il difensore ex Reggina termina la sua partita.

Quello che era un quadro di Monet si è trasformato in una situazione quasi tragica, perché la nave sta affondando ma deve comunque raggiungere la riva per evitare il peggio. La Samp ci prova in ogni modo: con cuore, grinta e anche un po’ di inevitabile leggerezza difensiva (con soli due uomini dietro si fa fatica). Si espone ai temibili contropiede avversari e prende addirittura la terza rete, dopo un’altra frittata, questa volta dell’insospettabile Mustafi. Il Ferraris si inalbera, si sente umiliato e giustamente rivendica il diritto di ambire a spettacoli migliori fischiando gli undici blucerchiati. Nemmeno questo frena la Sampdoria: tra i blucerchiati si sbatte soprattutto Eder, che risponde a tutte le critiche mossegli in questi giorni (e alle mie) con una prestazione vicina alla perfezione, da vero leader. Il suo goal rianima la speranza blucerchiata, quello di De Silvestri infiamma Marassi e addirittura mette la Samp in condizione di cercare la vittoria. Ma è solo una trappola, la Sampdoria ci casca e si sfilaccia ulteriormente lasciando a Farias quelle praterie che gli servono per mettere in scena le uniche cose che sa fare: dribbling, dribbling e ancora dribbling. L’ex Nocerina ipnotizza tutta la difesa blucerchiata, compreso De Silvestri che lo stende. Penalty: sul dischetto va ancora Berardi che corona il suo sogno e completa la prima tripletta in Serie A

Bene, questo è quant’è accaduto. Torniamo al punto di partenza: Sampdoria-Sassuolo 3-4. Esattamente cosa ha sbagliato la Sampdoria? Tanto, ma non tutto. Davanti, pur senza un gioco lineare, sono state create diverse palle goal e complessivamente la squadra ha giocato bene. Tutti, da Da Costa a Petagna, hanno corso e lottato su ogni pallone: quindi anche il “fuori le palle” mi sembra inopportuno. Difesa? Sì, quella ha fatto proprio male. E se vi rileggete tutti i miei editoriali, in ognuno di essi c’è almeno un cenno alla precarietà della difesa. Il sistema difensivo non funziona, probabilmente mancano gli uomini adatti oppure è Rossi che non l’ha saputo organizzare bene. Non saprei dare una risposta a questa domanda, mi mancano le competenze necessarie. Ce la darà direttamente la società, attraverso le sue prossime mosse. 

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