News
Il genovese Linetty: «Sole e buona cucina, potrei vivere per sempre qui»
Dal ritiro della Polonia Under 21 Karol Linetty racconta la sua vita genovese: un salto di qualità con effetti anche e soprattutto sul terreno di gioco
Un anno fa la Sampdoria si assicurava dal Lech Poznan le prestazioni sportive di un giovane centrocampista polacco di nome Karol Linetty, nome ancora sconosciuto ai più ma che prometteva bene. Un anno dopo il giocatore è diventato uno dei perni del centrocampo di mister Marco Giampaolo e al momento è in forza alla Polonia Under 21 per l’Europeo di casa, il primo della storia della Nazione. Dal ritiro della nazionale, ai taccuini del Zycie Warszawy, il centrocampista ha raccontato le sue impressioni sul torneo in corso: «I nostri obiettivi rispetto a 9 mesi fa non sono cambiati: giochiamo in casa, gli stadi sono pieni non si trova un biglietto, vogliamo vincere. Mi sono unito alla formazione dopo il match contro la Romania, dovevo integrarmi velocemente, ma non è stato un problema: conosco il mister perché ci ho lavorato insieme anni fa nelle altre giovanili, sono passati 3 anni ma lo stile è sempre quello. L’Europeo Under-21 è un’occasione unica perché puoi giocarlo una volta e poi diventi troppo vecchio, è una grande avventura: 4 anni fa con l’Under 17 arrivammo alle semifinali e perdemmo contro la Germania, all’ultimo minuto centrai una traversa: a volte penso ancora a quel momento, poteva essere il tiro della mia vita».
LINETTY: «EUROPEO UNDER 21 OCCASIONE UNICA» – Si passa poi ai momenti prima di questo Europeo, quando il commissario tecnico Marcin Dorna fece visita in Italia per convincere i giovani polacchi della Serie A a sposare la sua causa: oltre a Linetty c’erano anche i due giocatori del Napoli Milik e Zielinski che pur dando risposta positiva si sono visti prevaricati dalla società azzurra che ha negato loro di poter prendere parte al torneo: «Qualche mese fa mister Dorna venne a Genova e mi chiese se volevo partecipare: ho accettato senza nemmeno pensarci. Giochiamo in casa per la prima volta nella nostra storia, voglio sollevare la coppa. La Samp non ha protestato per la convocazione, anzi, ha mandato anche altri 3 giocatori: oltre a me ci sono Bruno Fernandes per il Portogallo, Skriniar per la Slovacchia e Schick per la Repubblica Ceca, ma di loro solo Bruno Fernandes non ha ancora debuttato in nazionale maggiore. Ho parlato recentemente con Milan Skriniar, mi ha detto che lui e la sua Slovacchia vogliono andare il più avanti possibile e fare tanta esperienza. Milik e Zielinski? Ci mancheranno, ma se il club ha detto no non ci possiamo fare niente».
LINETTY E GENOVA: «MI HA CAMBIATO LA CARRIERA» – Nell’ultimo anno Linetty ha cambiato drasticamente la sua vita: passare dalla Polonia a Genova non è un salto che si assorbe velocemente, ma lui ci è riuscito in pochissimo: «Ho sempre sofferto qualche piccolo infortunio in carriera, ma in questa stagione le ho giocate tutte, lo chiamo “effetto mozzarella”. Davvero, in Italia il cibo aiuta tantissimo, è molto digeribile, e la mozzarella ha un gusto totalmente diverso rispetto a quella che c’è in Polonia. Uno spettacolo. Poi c’è il clima, fa quasi sempre caldo e questo fa bene ai muscoli, in più a Genova ci sono tantissimi anziani, ti fa sentire come se potessi viverci per sempre. In Italia ci si allena duramente, le prime due settimane facevo fatica anche a fare le scale dopo le sedute di preparazione, poi tutto è rientrato ed è andato per il meglio: non mi sono mai infortunato. In Polonia mi allenavo allo stesso modo ma sentivo che mancava qualcosa, poi sono partito ed è cambiato tutto: nei primi mesi non mi sentivo stanco, il giorno dopo una partita ero già pronto per quella dopo. Le prime giornate contro Empoli, Atalanta e Roma le ho giocate completamente in euforia e solo dopo due mesi ho iniziato a sentire la fatica, ma due giorni dopo stavo già bene. Il Mister? È un maniaco di tattica, ma dopo un anno il mio modo di stare in campo è cambiato radicalmente: ora riesco a vedere e capire il movimento dei miei compagni e degli avversari, per lui sono cose molto importanti».