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Il ritorno di Ranocchia, un’ipotesi da brivido

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Non sempre il rospo può diventare principe dopo il bacio della principessa: ecco perché un nuovo rapporto tra Andrea Ranocchia e la Sampdoria non porterà a nulla

Fuggire, ripartire altrove: per Andrea Ranocchia non sembrava esserci scelta. Dopo sei mesi disastrosi alla Sampdoria (in prestito nella gestione Montella) e altri sei mesi difficili all’Inter (tra de Boer e Pioli), l’Inter aveva scelto di separarsene. Prestito in Inghilterra, all’Hull City, club in lotta per non retrocedere, con la speranza nerazzurra di riuscire a cedere il giocatore ai Tigers. Le prime settimane sono incoraggianti (16 presenze e due reti), ma le prestazioni finali e la retrocessione dei gialloneri ha riportato Ranocchia a Milano e le voci di mercato l’hanno (immancabilmente) accostato alla Sampdoria, perché non c’è mai limitazione ai collegamenti di mercato. I tifosi dovrebbero essere ormai abituati, quando si parla di Inter: dei tanti “colpi” che il club blucerchiato avrebbe dovuto fare in casa nerazzurra, solo qualcuno si è realizzato. Ora si riparla di Ranocchia alla Sampdoria, ma ha un senso?

MEGLIO DI NO – No, non ce l’ha. Per tre motivi. Primo: l’ingaggio. Ranocchia ha un contratto con l’Inter fino al 30 giugno 2019, con un salario da 2,4 milioni di euro. Una cifra insostenibile per la Sampdoria, tanto che nel passaggio di Ranocchia nella Genova blucerchiata la Sampdoria pagò solo una parte dell’ingaggio. Secondo: la prospettiva. Sebbene Skriniar ricordi un Ranocchia più giovane (e soprattutto ancora al picco delle potenzialità tecnico-tattiche), l’attuale giocatore dell’Inter non è più quel prospetto. Non è più il centrale del futuro, l’erede di Nesta, quello che “Bonucci è più scarso“. No, quel giocatore non c’è più: se ancora ci fosse tecnicamente, la testa e la tanta insicurezza hanno fatto il resto. Terzo: un discorso societario. Ha senso per la Sampdoria raccogliere un giocatore ormai arrivato all’alba dei trent’anni, fuori dal giro della nazionale e dell’Inter, saturo dopo le tante esperienze negative, quando si ha un casa un prospetto come Lorenco Simic, su cui Giampaolo sente di dover lavorare? A questo punto non sarebbe meglio puntare su un giocatore esperto, che possa fare da chioccia al croato e che sia un nome nuovo per la piazza, magari con un nome meno famoso di Ranocchia, ma con maggior sostanza? Forse sì, specie per evitare spiacevoli ricordi.

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