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Quagliarella, la Samp e il passato Napoli: «A Genova sto da favola»
Fabio Quagliarella è rinato alla Samp, liberandosi dallo stalking subito per anni: «Tifosi blucerchiati magnifici, hanno capito il senso delle dichiarazioni su Napoli»
Un campionato di rinascita, la liberazione dalla vicenda riguardante lo stalking subito negli anni di Napoli, la fascia di capitano spesso indossata nell’ultimo periodo: è un bel momento per Fabio Quagliarella. Il numero 27 ha giocato un campionato di buon livello, risultando spesso presente per Marco Giampaolo, che lo ritiene sostanzialmente insostituibile. Inutile negare che la conclusione della vicenda riguardante Raffaele Piccolo ha avuto il suo peso, come confermato nell’apertura della sua intervista a “Il Corriere della Sera”: «Non cercavo vendetta, ma solo la possibilità di dimostrare la verità. Figurarsi, un poliziotto-stalker… sarebbe sembrata una scusa o un’invenzione. All’inizio – ero a Udine, nel 2008 – pensai allo scherzo di un cretino, quando però passai al Napoli la faccenda divenne un incubo».
ADDIO TRISTE – Quagliarella fu costretto persino a trasferirsi in albergo su consiglio della società azzurra: «Io non capisco. Vivo a casa con i miei, sto benissimo, in campo non ci sono problemi: perché? Capirò in seguito: le lettere erano arrivate anche al club, che aveva deciso di intervenire. Ma non gliene faccio una colpa, qui l’unico colpevole è lo stalker». Il Napoli era un sogno, ma finì per trasformarsi in incubo dopo la cessione alla Juventus dell’estate 2010: «Da bimbo andavo al San Paolo con papà, quella maglia era tutto. Le canzoni dedicate dai tifosi le sento ancora oggi con le nipotine. Non poter spiegare il perché dell’addio è stato devastante: da una parte lo stalker, dall’altra la città contro. Quando tornavo a Castellamare, dovevo camuffarmi. Li capisco, era il cuore che li guidava. Mantenere la calma era dura: giocavo con il corpo, ma a volte la testa era altrove».
SOLLIEVO E SAMP – La fine della vicenda è arrivata nel febbraio scorso, con tanto di lacrime dopo Samp-Cagliari: «Lacrime di felicità. Ho sfogato la rabbia per il tradimento di una persona che non voglio neanche chiamare uomo. Le scuse dei tifosi del Napoli? Ho fatto un poster dello striscione. Conosco la gente: mi hanno chiamato traditore, ma quando hanno conosciuto la verità mi hanno riaccolto». Ci si chiede se un epilogo a Napoli sia possibile: «La verità è che io sto da favola alla Samp, ho fatto il capitano e ho tifosi magnifici che hanno capito il senso delle mie dichiarazioni su Napoli. Poi so che a 34 anni è difficile. Ma con la mia gente è come se avessi vinto uno scudetto, mi basta così». Dove si vede Quagliarella dopo il calcio? «Mi piacerebbe insegnare il calcio ai giovani. Come ho fatto a non perdermi? A volte l’essere umano trova forze che non sa di avere. A me l’hanno date la famiglia e la passione per il calcio. E ora posso finalmente vivere una nuova vita».