Editoriale
Adesso chiamatela Storia
Muriel decide la gara contro il Genoa e il secondo derby stagionale è ancora della Sampdoria, chiarendo il predominio blucerchiato sulla città di Genova
Si scrive Giampaolo, ma si legge storia. Il tecnico della Sampdoria ha fatto effettivamente la storia di questa società, perché dopo quasi 60 anni è riuscito a vincere entrambi i derby nell’arco dello stesso campionato. Un risultato incredibilmente positivo, che se era nell’aria, per scaramanzia è stato scacciato più e più volte dai tifosi blucerchiati. Eppure la striscia positiva, l’andamento, la forma, la condizione atletica e mentale già vista contro il Pescara, lasciavano presagire ottimamente già alla vigilia. Certo dall’altro lato c’era un Genoa arrembante, che era resuscitato con la cura Mandorlini riscoprendo anche il gol allo scoccare del 90′, che poteva mettere apprensione alla Sampdoria: eppure non è bastato, perché i blucerchiati anche stavolta hanno dimostrato di avere i nervi saldi e di essere decisamente maturati dal punto di vista mentale: lo si denota perché in una partita praticamente bloccata, la Sampdoria riesce a sbloccare il risultato su un errore degli avversari, il che significa essere sempre pronti e attenti a sfruttare la lacuna avversaria. Il favore, poi, arriva da un giocatore che ha scelto l’altra sponda, Munoz, pensando di potervici trovare maggior gloria e onore. Gli è andata male, nonostante l’ottimo lavoro che aveva svolto fino a quel momento su Quagliarella.
Mi piace pensare che anche stavolta il vero cambio, nella partita, l’abbia portato Schick, perché il suo ingresso ha tolto il riferimento in mezzo all’area di rigore che era Quagliarella, sul quale in ogni caso si appoggiava Munoz fino a quel momento: lo scompiglio, quindi, creato dal più prolifico degli attaccanti europei da subentrato non solo si è visto nei dribbling dei minuti successivi (tra cui una serpentina che lo stava portando dritto nella bocca di Lamanna), ma anche nell’indecisione di Munoz, spostato su Muriel. Due fisici opposti a confronto, sul quale ha prevalso la velocità e il tempismo del colombiano. Le note positive sono tantissime, ma siccome di questa vittoria abbiamo parlato abbondantemente e di trovare problematiche non mi va, vorrei dare uno sguardo alla classifica, ragionando in base a quell’ottavo posto che lentamente stiamo sempre più vedendo vicino a noi. La vittoria della Fiorentina non ci aiuta, ma sul Torino è storia diversa, visto che contro la Lazio farà indubbiamente fatica. Una graduatoria che ci sorride e che, non vi nascondo, vorrei continuasse a farlo anche domenica prossima, perché la Juventus nelle ultime settimane non sta ingranando come dovrebbe e sembra quella di inizio anno, la compagine che stentava: in aggiunta, l’impegno europeo sta mettendo a dura prova le condizioni dei bianconeri, che contano col pallottoliere gli infortunati. Mi piace pensare che in casa, galvanizzati da questa striscia positiva che continua a estendersi, con i bianconeri possa nascere una prestazione decisamente imponente.
In chiusura vorrei riprendere un discorso che avevo avviato con i colleghi presenti a Primocanale la scorsa settimana, durante il consueto appuntamento del martedì sera della rete genovese. Mi è ancora fortemente oscura la situazione di Dennis Praet all’interno della Sampdoria e speravo che a centrocampo Giampaolo potesse schierare Linetty, che nella sua modestia ha saputo creare una diga molto profonda nella mediana blucerchiata da quando è arrivata: non voglio sollevare polemiche sul belga, ma vorrei realmente capire se un giorno riuscirà a stupirci come dovrebbe fare un giocatore acquistato per 10 milioni di euro. Resta un discorso che mira al futuro, che mi spinge a guardare già al prossimo anno, a un importante elemento di crescita: adesso il tempo è a nostra disposizione, soprattutto per festeggiare l’ingresso nella storia blucerchiata di Marco Giampaolo.