Levrero, Jolly Roger: «La nostra filosofia: solidarietà, beneficenza e Sampdoria»
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Levrero, Jolly Roger: «La nostra filosofia: solidarietà, beneficenza e Sampdoria»

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Esclusiva SampNews24 – La Sampdoria è i suoi tifosi! Continua il nostro viaggio alla scoperta di tutti i club blucerchiati di Genova, della Liguria, d’Italia e poi nel mondo. Oggi Roberto Levrero ci racconta il Jolly Roger

Continua il nostro viaggio alla scoperta di tutti i Sampdoria Club sparsi per la Liguria, l’Italia e il mondo. Dopo aver visitato Verona e Roma, torniamo tra le mura cittadine e andiamo a conoscere, dalle parole di Roberto Levrero, il Sampdoria Club Jolly Roger: «Il Jolly Roger nasce nel maggio del 2011, come reazione alla retrocessione: sentivamo che era ancora più importante stare vicino alla squadra in quel momento buio e difficile. Il 27 giugno dello stesso anno abbiamo ratificato il nostro statuto, sono sei anni che siamo in attività. La nostra filosofia è basata sulla solidarietà: ci siamo dati come modo di vivere il tifo per la Sampdoria, quello di non farlo diventare qualcosa di esasperato. Noi amiamo la Sampdoria, ma dobbiamo anche renderci conto che nella vita ci sono delle realtà a cui dobbiamo dedicarci. Per questo motivo abbiamo deciso di non avere una sede fissa, sono costi che verrebbero sottratti all’ammontare di quanto riusciamo a dare in beneficenza. I soldi del tesseramento ad esempio vanno in beneficenza a piccole realtà, sono piccole somme ma significative per chi è in difficoltà. Abbiamo preferito affidarci ai canali telematici per diffondere il nostro modo di vivere la Sampdoria, ci siamo dotati di un sito internet sempre aggiornato e abbiamo una pagina Facebook. È cambiato nel tempo il modo di vivere il club, in passato era il ritrovo del quartiere, noi abbiamo soci che hanno letto su internet la nostra filosofia e pur essendo di tante parti d’Italia hanno deciso di unirsi a noi. Su Genova abbiamo tesserati in tutti i quartieri».

EVENTI E TRASFERTE – Gli eventi di aggregazione sono indirizzati a vivere assieme la nostra passione: «Come club organizziamo due cene all’anno, una prima di Natale e una di fine campionato. Invitiamo sempre ex giocatori o personaggi di comprovata fede blucerchiata. In una delle ultime è venuto Aiazzone, quando l’abbiamo fatta a Certosa, in quella di dicembre scorso a partecipare è stato Nicolini. L’ho sentito di recente, dopo che aveva rifiutato il Genoa, l’ho ringraziato. Il nostro striscione è presente allo stadio e in trasferta, alcuni soci che vanno lo portano sempre. Come club poi cerchiamo sempre di fare una trasferta tutti assieme e quest’anno abbiamo messo nel mirino Reggio Emilia, sotto Pasqua».

MEMORIALE MASSIMO MARCENARO – Sono due le iniziative importanti portate avanti dal Jolly, oltre alla beneficenza, il Memoriale ad ottobre in ricordo del grandissimo tifoso Massimo Marcenaro e un mensile che arriva via mail a tutti gli iscritti: «Altre iniziative che sono il fiore all’occhiello del club sono il Memoriale Massimo Marcenaro, socio fondatore che è mancato all’affetto dei suoi cari proprio facendo quello che amava, ossia giocare a pallone. Massimo è sempre con noi, nei nostri pensieri, ad ogni cena non manca mai lo striscione a lui dedicato. Al memoriale, che organizziamo ad ottobre, hanno partecipato nel tempo tanti ex blucerchiati, tra cui Sutto e la sua squadra che contava grandi glorie come Pedone, Chiesa e Bellucci. Abbiamo poi un giornalino mensile, il “Diario di Bordo”, che si compone di una rubrica dedicata all’andamento della Sampdoria in campionato con un commento tecnico a cura di un nostro socio, contiene anche aneddoti e ricordi del passato lasciati alla penna di Franco Spinelli».

LA SAMPDORIA CI FA DIVERTIRE, LECITO SOGNARE – La squadra di Giampaolo fa divertire e nessuno può limitare i sogni dei tifosi blucerchiati: «La Sampdoria di oggi è una squadra che fa divertire, abbiamo nuovamente un’intelaiatura di gioco, una squadra giovane, combattiva, che non molla mai. Sarebbe bello cominciasse a tirare un po’ di più verso la porta per essere perfetta. La politica societaria è normale in un calcio come quello moderno, normale vendere un pezzo pregiato per poter fare mercato, anche se il sogno di non dover basare tutto sulle plusvalenze rimane. Sarebbe bello un giorno avere una dirigenza forte a tal punto da non doversi privare dei pezzi migliori, che li possa tenere e provi a raggiungere obiettivi importanti. La Coppa Italia potrebbe essere uno, dopotutto ne abbiamo già vinte tante in passato, perché non provare a lottare? E in futuro magari anche per uno scudetto, sognare una dirigenza come quella che fu di Mantovani non costa nulla».

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