Gomes Ricciulli: «Da grande voglio essere Luis Muriel»
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Settore giovanile

Gomes Ricciulli: «Da grande voglio essere Luis Muriel»

Avatar di Emanuele Pagliano Migliardi

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Gomes Ricciulli, talento della Primavera di Pedone, si racconta in una lunga intervista: il suo arrivo in Italia, alla Sampdoria, i suoi allenatori, le sue passioni e i suoi idoli, tra cui Luis Muriel

Tanti piccoli e grandi talenti nel settore giovanile della Sampdoria, molti che crescono dentro il settore giovanile e fanno tutta la trafila. Uno di questi, passato dagli Under17 alla Primavera, da Bellucci a Pedone, è Gomes Ricciulli. Attaccante, originario della Guinea Bissau ma cresciuto in Portogallo, si ispira a Muriel e gli piace molto Keita della Lazio.
SOGNO UN FUTURO COME MURIEL – Intervistato ai microfoni di SampTv, il giovane talento offensivo della Primavera commenta i suoi anni alla Sampdoria: «Sono nato in Guinea Bissau e da piccolo ho iniziato a giocare a calcio, poi ci siamo trasferiti in Portogallo e ho iniziato a giocare con mio fratello nello Sporting Lisboa. Da piccolo inizialmente ho giocato come punta, poi arrivato qui con Mister Bellucci che è un grande mi ha messo esterno e mi piace giocare anche lì in quel ruolo. In Primavera mi sono trovato benissimo, siamo una squadra che soffre fisicamente ma di grande qualità: in attacco siamo tutti forti. Speriamo di arrivare lontano. I miei idoli? Neymar Jr, Muriel e Keita. Neymar è come sta in campo: non ha paura di nulla, Muriel è simile in più è velocissimo nell’uno contro uno. A Genova  sto veramente bene, sia quando ci alleniamo che quando non abbiamo nulla da fare, esco con i miei compagni, andiamo a farci un giro, a comprare due cose e poi torniamo a casa, nel nostro appartamento a giocare alla Playstation e sono felice così».
PASSIONE SOCIAL, RELIGIONE E PRIMA SQUADRA – «Mi piacciono i social, Instagram» continua il ragazzo in blucerchiato «ma anche Facebook così posso raccontare le nostre partite, mettere fotografie per farci seguire. Mia mamma è in Italia, a Como, quando c’è la sosta vado a trovarla. Sono un ragazzo religioso, mia mamma mi portava in chiesa e si arrabbiava se andavo a giocare a calcio e non andavo alle funzioni, è importante essere religiosi perchè ti dà una strada da seguire per diventare una brava persona. Anche qui vado sempre in chiesa, come mio fratello che è ancora in Portogallo. Quando Giampaolo mi chiama in prima squadra per me è un sogno, sono felice, guardando la prima squadra come si allena mi aiuta ad imparare perchè io voglio diventare un giocatore come Luis Muriel, un grande, il migliore»

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