2013
Quando il 4-3-3 rivitalizza il “vecchio” acquisto
E’ tesi ormai comune che la Samp necessiti di un cambio modulo: la disfatta nel derby, contro un Genoa non certo stellare, ma compatto, ha messo a nudo tutti i punti deboli della squadra di Rossi. Il suo 3-5-2 manca di un esterno sinistro, a centrocampo c’è ancora ballottaggio (sebbene Bjarnason sia partito dal 1′) e si sta decisamente deprezzando il patrimonio Regini, facendolo giocare in un ruolo non suo. Tuttavia, i benefici di un cambio di modulo potrebbero esserci non solo per i titolari, ma anche per coloro che sono ai margini del progetto. Oggi, su “Il Secolo XIX”, si parla di tre possibili moduli: 3-4-1-2, 3-4-2-1 e 4-3-1-2. In ognuno di questi tre casi è previsto il trequartista.
C’è solo un problema: un vero “10”, un ottimo uomo di fantasia, questa Samp non ce l’ha. Questa compagine ha un buon regista – Nenad Krsticic – che ha iniziato da trequartista, ma che raramente è stato provato come tale. Questa Samp ha un’ottima seconda punta, Gianluca Sansone, spessa tenuta per l’ingresso in campo nell’ultima mezz’ora: quando le squadre sono stanche, arriva lui con il suo passo e la sua inventiva a creare scompiglio, come successo a Bologna. Tuttavia, il “10” vero – esempi in Serie A: Kakà, Borja Valero, Diamanti – latita nella formazione blucerchiata. Così, una possibile soluzione potrebbe essere quella del 4-3-3: chiaro, la difesa avrebbe come esterni Regini e De Silvestri, due adattati.
Tuttavia, l’ex Empoli potrebbe soffrir meno se dovessse coprire una porzione di campo inferiore; al tempo stesso, ci sono anche le alternative Costa e Poulsen, nonché Castellini, su cui si può fare lo stesso discorso. De Silvestri dà il meglio di sé quando deve correre su tutta la fascia, ma potrebbe imparare dal suo maestro; inoltre, la soluzione Mustafi non è da scartare, visto che quando è stato utilizzato in quella posizione – vedi Genoa-Samp e Samp-Bologna dell’anno scorso – ha fatto abbastanza bene. A centrocampo, cambierebbe poco: ci sarebbero sempre sette giocatori, se non otto (vedremo se Maresca rientrerà), a contendersi tre posti.
La vera innovazione potrebbe essere davanti. Le ali potrebbero riportare in auge due “desaparecidos” della rosa blucerchiata: Pawel Wszolek e Matias Rodriguez. Il polacco potrebbe essere finalmente usato nel suo ruolo, quello di esterno d’attacco, senza preoccuparsi del fatto che non capisca la lingua; l’argentino, invece, potrebbe essere schierato in un ruolo più offensivo rispetto a quello che occupa solitamente, in modo da garantire anche maggior copertura in fase difensiva. Dall’altra parte, si alternerebbero Sansone ed Eder; al centro, Gabbiadini, Pozzi e persino Petagna come possibili soluzioni. Insomma, le possibilità ci sono: tutto sta nel vedere se Rossi le riterrà opportune per il difficile momento blucerchiato.