2013
Eder: «Dobbiamo perfezionarci. Il derby? Penso una gara alla volta»
E’ un Eder un po’ deluso quello che si confida ai microfoni de “Il Secolo XIX”: già, perché il brasiliano, nella lunga intervista concessa al quotidiano genovese, parte dal fatto che gli arbitri non gli fischino falli. Lo si è visto anche sabato sera, contro la Juventus: «Sta diventando dura… diciamo che, ritornando alla partita contro la Juventus, me ne hanno fischiati meno di quanti ne abbia subito – esordisce il brasiliano – certamente, ad esempio, sabato sera ne hanno fischiati di più a Tevez…». Solita sudditanza psicologica, quindi: «Ma no, per carità. Non voglio fare un discorso sulla Juventus – precisa l’attaccante – Però che ci sia una maggiore attenzione verso i giocatori delle grandi squadre… Che venga dato più peso alla maglia… E’ normale…». Non dovrebbe esser normale, ma Eder non è stupito: «E’ così, dai… dappertutto». Forse, piuttosto, il problema è che gli arbitri potrebbero aver preso di mira il blucerchiato: «Non lo so, non credo. Certamente anch’io devo migliorare – confessa Eder – ad esempio devo trattenermi dal protestare, anche se a ragione. Perché in quel modo, comunque senza volerlo, si richia di creare un po’ di tensione nel pubblico…».
Nonostante gli arbitri siano ottimi professionisti, il brasiliano punta il dito proprio su questo: «Loro conoscono noi, noi conosciamo loro. Sono professionisti preparatissimi sui minimi dettagli e quindi sapranno, ad esempio, che io sono un giocatore che, per caratteristiche, può andare via in velocita e, quando sei lanciato in velocità, basta poco. Basta che ti tocchino appena per perdere l’equilibrio o comunque per esser penalizato nello svolgimento dell’azione – precisa l’attaccante della Samp – Non so se gli arbitri guardino i video delle partite e poi si facciano un’idea su questo o su quello. C’è però una considerazione semplice da fare: se viene commesso un fallo, va fischiato. Altrimenti l’arbitro commette un errore». Intanto, bisogna ripartire dopo la sconfitta contro la Juventus: «Una sconfitta di carattere. Purtroppo la prestazione, però, non ha portato nessun punto – racconta Eder – Chi ha visto la partita, sa che lo 0-0 non sarebbe stato certo un furto, pur riconscendo la maggiore potenzialità dei nostri avversari. Anche dopo l’1-0 abbiamo offerto una buona reazione. Credo che se domenica sera giocheremo a Bologna con lo stesso spirito, potremo ottenere qualcosa di buono».
Delio Rossi, intanto, sostiene come la squadra sia mancata nel sostegno degli attaccanti durante la partita: «Stiamo ancora lavorando. Il gioco che ci chiede il mister comporta che gli esterni ed i centrocampisti accompagnino le due punte. La stessa cosa che fa la Juve, ad esempio – continua l’ex Empoli e Cesena – Dobbiamo migliorare i movimenti e l’intesa. E per quanto mi riguarda, anche la conoscenza di Gabbiadini: lui è un grandissimo attaccante, devo capire sempre meglio come e dove preferisce essere servito, quali movimenti fare per liberargli degli spazi. E viceversa. Rossi sta battendo molto su queste situazioni». A Bologna ci sarà anche l’ultima gara pre-derby: «Lo sappiamo. La data del derby è stata fissata in testa già al momento del sorteggio del calendario – confessa l’attaccante – però io preferisco prendere una partita alla volta». Tatticamente, Eder continua a correre tantissimo per la squadra; ciò nonostante, potrebbero arrivare critiche senza gol: «Anche su questo lavoriamo per migliorare. Questo è il calcio moderno e anche Gabbiadini partecipa alla fase passiva, non solo io – racconta la seconda punta – l’obiettivo è quello di risucire al più presto a regolare i meccanismi di squadra tra i reparti».
Eder, intanto, è stato uno dei pochi a non lamentarsi troppo del duro ritiro, abituato ormai al calcio italiano: «In Brasile è diverso, si lavora molto di più sul pallone. Però al di là delle differenze “filosofiche”, la difficoltà più grossa dopo tanto lavoro atletico, almeno per me, è ricalarsi subito nel clima agonistico – confessa il brasiliano – Per dire, la sera del debutto ufficiale in Coppa Italia contro il Benevento, mi sentivo stranito». Domenica sfida tra “23” con Diamanti: «Alino lo conosco bene, siamo stati compagni a Brescia. E’ un grandissimo giocatore, che potrebbe serenamente vestire il “10”. Invece, ha sempre voluto giocare con il “23” o il “32” – racconta Eder – Ricordo che quando ci allenavamo insieme restavo sempre impressionato dalla sua precisione nel calciare le punizioni. In allenamento ne batteva dieci e segnava nove». A Bologna arbitrerà Tommasi di Bassano del Grappa e ci si chiede come si comporterà il brasiliano: «Gli darò una mano per metterlo nelle condizioni migliore per far bene il suo lavoro – chiude Eder – Come d’altra parte faccio sempre con i suoi colleghi, sempre».