2013
CM – Lippi: «Il calcio è ricco di sorprese: la Juve è forte, ma…»
Attualmente allena l’Evergrande, a Canton ed è sia un ex blucerchiato che un ex bianconero. E’ Marcello Lippi, viareggino che a Genova ha vissuto grandi emozioni da calciatore, anche se la Sampdoria non era ancora quel modello di società calcistica di oggi; mentre a Torino ha guidato dalla panchina i bianconeri portandoli a conquistare molti dei trionfi che oggi fanno bella mostra nella bacheca juventina.
Sulle pagine dell’odierna edizione del Corriere Mercantile, l’ex ct della Nazionale azzurra è stato intervistato in occasione della sfida di domani al Ferraris, in cui scenderanno in campo per una fantastica sfida proprio le formazioni di Sampdoria e Juventus.
Il tecnico, al cronista del giornale genovese, ha così ricordato entrambe le esperienze, che hanno segnato da un parte la sua carriera di giocatore professionista e dall’altra quella altrettanto importante di allenatore.
«Eravamo una squadra piccola ma combattiva, nella A a 16 squadre con 2 punti a vittoria ogni partita era una battaglia» ha spiegato subito Lippi, ricordando per prima la sua avventura in blucerchiato. Lippi, che ha proseguito esprimendo la sua opinione sull’importante gara di apertura di campionato a Marassi, chiarendo che una sfida come quella che attende le due squadre sabato non si possa eescludere a priori un risultato favorevole alla Sampdoria. In apertura di campionato infatti, secondo il tecnico, «di solito le grandi squadre hanno un atteggiamento diverso da quello delle avversarie» e l’esito della sfida spesso viene deciso dalle «motivazioni che una neopromossa o una “piccola” può avere in un determinato contesto».
Per domani i Campioni in carica rimangono comunque sempre i favoriti e, a parer suo, la sfida di Supercoppa con la Lazio è stata già l’occasione in cui si è visto il potenziale dei bianconeri. «Credo che la Juventus sia strutturata in modo adeguato per far bene e arrivare molto lontano anche in Champions» ha detto, ricordando anche come la partita del suo successo in Coppa alla guida dei piemontesi fu «una grande vittoria, che in qualche modo coronava un ciclo».
E proprio in quella squadra, in panchina, c’era anche Lombardo mentre Vialli, Vierchowod e Jugovic erano i tasselli fondamentali della formazione juventina. «C’era tanta Sampdoria, giocatori vincenti che infatti a Genova avevano conquistato tutto quello che era stato possibile e che, anche dopo aver lasciato la maglia blucerchiata, hanno saputo far valere altrove l’esperienza fatta in un ambiente irripetibile».
Prima di concludere l’intervista, ecco ancora un pensiero sul match di domani: «Sul piano della qualità la differenza di potenziale tra Sampdoria e Juventus è vistosa, ma la storia del calcio è ricca di sorprese. La squadra di Conte è molto più forte non solo della Sampdoria, ma di tutte le altre rivali in Italia. Tutte le partite, però, cominciano da zero a zero».
Poi, ancora spazio alle emozioni, legate questa volta ad un personaggio unico che ha segnato la storia blucerchiata in modo indelebile.«Ho avuto la sfortuna di non avere avuto un presidente come Paolo Mantovani mentre ero nel momento migliore da giocatore; ho avuto la fortuna di avere avuto un presidente come Mantovani quando volli capire se sarei stato in grado di fare l’allenatore. Fu lui a darmi la prima opportunità – ha concluso Lippi – alla Primavera della Sampdoria: non sarò mai abbastanza grato alla sua memoria»