2013
L’onda brasiliana del Doria: Eder, Da Costa e Renan sono pronti
In fondo, quei tre rappresentano una mini-colonia all’interno della Samp: Eder Citadin Martins, Renan Garcia e Angelo Junior Da Costa. Loro sono i “brasiliani” della Samp, che non ne ha visti mai troppi, incantata più dai rivali argentini. Eppure, i tre rappresentano dei fedelissimi per la causa blucerchiata. Come ad esempio Da Costa, cercato da molte squadre in questo momento, ma desideroso di rimanere a Genova, nonostante sia destinato a fare il vice di Romero: «So che è un grande portiere e che il titolare è lui – afferma l’ex Ancona ai microfoni del “Secolo XIX” – alla Samp sto bene, ci sono da quattro anni e non mi sono mai interessato di queste voci». Se si assiste agli allenamenti, si può capire quanto il portiere ci tenga, quanto sia pronto a dare consigli a tutti: «E’ vero, parlo tanto. Tuttavia, questo fa parte del ruolo del portiere moderno – ribadisce Da Costa – da dietro, vedi meglio la squadra e correggi chi è fuori posto». Un movimento calcistico, quello brasiliano, che ha visto l’importazione di numerosi portieri in Europa negli ultimi anni: «Era una bugia quando si diceva che i brasiliani erano magici solo con i piedi – dice il portiere della Samp – ci sono sempre stati portieri forti, solo che non venivano in Europa e così non miglioravano. Qui, invece, si impara molto». Un accenno anche ai Mondiali del 2014, da giocare in casa: «Li vivrò come tifoso, pensare ad altro mi sembra difficile».
Un altro brasiliano è Renan, così simile a Carlos Dunga, capitano del Brasile che alzò la Coppa del Mondo nel caldo di Pasadena, in un pomeriggio di luglio del 1994. Adesso, si è ripreso la Samp, grazie al gol contro l’OM al “Ferraris”: «Ne avevo fatto uno simile in Portogallo, contro lo Sporting – esordisce il centrocampista – tv e giornali dissero che la palla viaggiava a 115 km/h. A questo tengo di più, perché è valso un trofeo a cui tenevamo tutti». Segni di miglioramento, anche nella considerazione dell’allenatore nei suoi riguardi: «Mi sto allenando forte come non ero riuscito a fare l’anno scorso – ribadisce Renan, terza stagione alla Samp – voglio giocarmi le mie possibilità e l’unico modo è questo». Anche a lui viene chiesto dei Mondiali e se ci stia facendo un pensierino: «Quando inizi a fare il calciatore, lo sogni sempre, quindi perché no. La nazionle è un sogno, non ci sono mai andato – racconta il numero 5 blucerchiato – so che servirebbe un miracolo. Ma la vita del calciatore è veloce: ci sono stati già casi di giocatori che si ritrovano in un sogno da un giorno all’altro. Sognare è importante, provarci non costa nulla».
Il terzo della comitiva verdeoro nella squadra blucerchiata è Eder, che subito fa capire come la sua vita sia cambiata in seguito ad un evento recente: «Da quando è nato il mio bimbo, la mia vita è cambiata – esordisce l’attaccante – è qualcosa di unico. Lui e mia moglie arriveranno qui il 20 agosto, non vedo l’ora. Mi mancano loro e un bel tuffo nel mare». Riguardo la Samp, ci si chiede se possa essere il trampolino di Eder per un’eventuale partecipazione ai Mondiali: «Può succedere di tutto, ma la Selecao ha molti buoni giocatori e ha fatto bene in Confederations Cup, perciò mi pare difficile – asserisce il numero 23 del Doria – io ho già avuto il privilegio di giocare in Under-20 e poi ero stato convocato per le pre-selezioni per le Olimpiadi del 2008 con Dunga. Io penso solo a dare il massimo con la Samp, poi quel che succede, succede». Sui suoi compagni d’attacco, Eder non si sbilancia: «Siamo tutti e quattro affiatati, non ho un nome – continua Eder, ex Brescia e Cesena – alla Juve l’anno scorso erano in sette davanti. Deciderà il mister». Un obiettivo personale del ragazzo è di aumentare la quota di gol: «L’anno scorso mi sono fermato a sette, quest’anno vorrei andare in doppia cifra. Ma se faccio segnare un compagno e vinciamo, va ancora meglio…».