2013
Laczko: «Vorrei restare qui. Cercherò di conquistare la fiducia di Rossi»
L’anno scorso, complice un infortunio al ginocchio, Zsolt Laczko con la maglia del Vicenza scese in campo solamente tredici volte, in una stagione decisamente sfortunata per l’ungherese, anche se nell’ultima parte di campionato, mister Dal Canto lo fece giocare con molta regolarità.
Laczko è ritornato quest’estate alla Sampdoria, in quanto mister Delio Rossi voleva farsi un’idea di tutti i giocatori che aveva a disposizione e non aveva ancora conosciuto nei primi mesi in blucerchiato. Il 25enne di Szeged si sta allenando molto bene, con tanto impegno e dedizione a Bardonecchia così come nella sua Ungheria, a Bük: «È una zona di vacanza, ci sono tanti alberghi e tanti stranieri – racconta il mancino blucerchiato ai microfoni de “Il Secolo XIX” – Soprattutto austriaci, il confine è vicino, tedeschi ma anche russi che hanno comprato case e villette. È anche una zone termale: c’è un posto non lontano da Bük, si chiama Heviz, che è il più grande lago termale naturale del mondo. Si fanno fanghi curativi, è eccezionale. Lo consiglio».
Continua poi il “padrone” di casa: «Se sono già stato a Bük? Sono stato in zona un paio di volte, quando giocavo nel Debrecen e proprio per affrontare l’Haladás Szombathely. Come si vive in Ungheria? Dipende. I ricchi sono sempre ricchi e i poveri sono sempre poveri. La crisi c’è e sta colpendo specialmente il ceto medio. Credo un po’ come dappertutto. Il calcio ungherese? Il campionato è a sedici squadre, sono troppe. Il numero ideale sarebbe dieci, come in Austria o in Svizzera. Di queste sedici ce ne sono solo quattro più organizzate anche economicamente: Videoton, Gyor, Ferenecvaros e Debrecen. Quelle che più o meno fanno le coppe europee. Non si può fare un paragone tra il calcio italiano e quello ungherese semplicemente perché parliamo due “calci” completamente diversi. Tatticamente, fisicamente, altri mondi».
Laczko in effetti, dopo un primo periodo di ambientamento, sembra essersi adattato piuttosto bene al calcio “made in Italy”, anche se comunque presenta ancora delle mancanze, soprattutto a livello tattico.
Ora però si sente in grado di potersi giocare le sue carte per un’altra stagione in maglia blucerchiata: «Io mi sento bene. Ho recuperato dall’infortunio al ginocchio destro di Vicenza. Ho voluto tornare alla Samp, con la quale ho ancora un anno di contratto, perché il mio desiderio è quello di conquistare la fiducia di Delio Rossi e di restare qui. Richieste? Il mio procuratore non mi ha detto niente di preciso anche se qualche interessamento dall’estero forse c’è stato. Però ripeto, se la società non mi manda via, io vorrei restare qui. Per la prima volta dopo l’infortunio, otto mesi fa, sono stato nuovamente convocato dalla Nazionale, per l’amichevole con la Repubblica Ceca di metà agosto. Il c.t. Egrevàri non si è dimenticato di me e questo mi ha portato tanto entusiasmo».