2013
Ricordando Riccardo Garrone/1: le voci degli ex dirigenti ed allenatori blucerchiati
Saranno tanti i protagonisti del decennio targato Riccardo Garrone presenti in tribuna d’onore questa sera al Ferraris. Si va da Marotta ad Asmini, passando per Di Carlo, Iachini e Del Neri. Niente da fare per Atzori, Mazzarri e Novellino, impegnati nella preparazione pre campionato con le rispettive per squadre.
Riccardo Garrone era una mosca bianca nel mondo del calcio, un uomo fuori dal comune. Un presidente che ora viene rimpianto da molti addetti ai lavori, specialmente da chi aveva avuto modo di lavorare con lui. Il SecoloXIX ha raccolto alcuni voci di ricordo, tra cui quelle dell’ex amministratore delegato blucerchiato Beppe Marotta e degli ex allenatori, tra cui Mazzarri, Iachini e Novellino.
Si parte da Beppe Marotta, indiscusso protagonista nelle sale dei bottoni ed in sede di calciomercato: «Riccardo Garrone è stato per me un maestro di vita e di sport. Non mi viene in mente un momento particolare. Mi vengono in mente i suoi insegnamenti, in generale. Soprattutto, mi torna spesso il suo ottimismo che era inguaribile. Affrontava ogni battaglia, come ad esempio quella in Lega Calcio per la distribuzione dei diritti TV, con un ottimismo straordinario».
Walter Mazzarri, invece, ha saputo rimettere in campo Antonio Cassano ma non solo. Con il mister di San Vincenzo sono arrivati un sesto posto in campionato e i sedicesimi in Coppa Uefa:«Oltre a tutto quello che si è vissuto insieme, giorno dopo giorno, del presidente Garrone ho un ricordo in particolare. Risale alla fine del mio primo anno alla Sampdoria. La società aveva organizzato una cena per salutarci e lui mi chiese di andarci in auto insieme. Quel viaggio durò un’ora ed in quell’ora si parlò di tutto, andando oltre i semplici ruoli che vedevano in lui il presidente ed in me l’allenatore. Mi raccontò la sua vita, le sue esperienze, il suo cammino e quel suo racconto non fece altro che darmi conferma del grande spessore in quanto uomo vero e signore nell’animo di Riccardo Garrone».
Beppe Iachini ha il ricordo più vicino nel tempo e forse uno dei più intensi. La promozione in Serie A in sette mesi davvero intensi sul ponte di comando della squadra blucerchiata: «Insieme al presidente abbiamo vissuto una pagina intensa della storia della Sampdoria. Sono rimasto lì solo sette mesi, all’inizio molto complicati ma culminati poi nella serata di Varese. Resterò legato per sempre alla famiglia Garrone e dentro di me sono convinto che se fosse stato per loro io sarei rimasto l’allenatore della Sampdoria. Sarò presente alla partita e certamente proverò tante emozioni e rivivrò tanti ricordi. Mi viene in mente, ad esempio, la prima volta che l’ho visto, è entrato nel mio stanzino del Mugnaini un paio di giorni dopo che ero arrivato. E mi aveva detto: “siamo nelle sue mani”. Gli avevo promesso il massimo impegno per riportare la Samp ed i suoi tifosi in serie A. E sono felice di essere riuscito a mantenere la parola. L’altro ricordo è legato alla serata di Varese, alla telefonata che mi fece, Io ero appena rientrato nello spogliatoio, i ragazzi stavano urlando e cantando, quello che mi disse lo porterò sempre nel cuore».
Impossibile dimenticare Walter Alfredo Novellino, il mister più longevo del decennio Riccardo: «Riccardo Garrone è stato semplicemente il mio miglior presidente. Una persona straordinaria, non ce n’è molte come lui. Mi ha dato grande forza anche nei momenti di difficoltà, devo dire solo grazie per avermi portato alla Samp ed a Genova, una città straordinaria con tifosi straordinari. Quando sono andato via proprio i Garrone hanno voluto organizzarmi una cena solo per me ed il presidente mi ha regalato un quadro russo di un politico che mi somiglia a cui sono affezionatissimo. Di quarto nome mi chiamo Lenin, quindi ci sono tanti motivi dietro quel dono. Quel quadro oggi è a casa mia e lo vedo appena entro, così io quasi tutti i giorni mi ricordo quanto è stato un piacere avere a che fare con un signore come Riccardo Garrone e la sua famiglia».