2013
Maresca e l’esclusione: «Mai successo in 15 anni di carriera»
E’ un Enzo Maresca polemico quello che s’intrattiene ai microfoni del “Corriere Mercantile” per un’intervista in quel di Genova: il centrocampista è stato lasciato, insieme ad altri, fuori dai piani della Samp. Tuttavia, a causa della sua esperienza, l’ex Juve fatica a credere ad un esito del genere: «E’ una strana sensazione. Anche perché in quindici anni di Serie A non mi era mai successo di non rientrare nei piani della società». Sul mercato da diversi mesi, Maresca attende di capire il suo futuro, visto che, intanto, qualche offerta è arrivata: «Qualcosa si è mosso, ma voglio che sia chiaro che sarò io a decidere dove andare a giocare – proclama l’ex Malaga al quotidiano ligure – siccome ho iniziato al West Bromwich Albion, vorrei tornare lì». Con la Samp qualcosa non è andato, ma non si capisce bene cosa: «Chiedetelo alla società, perché non lo so. Con l’allenatore non ho avuto problemi, anzi, ha ripetuto che sono un professionista esemplare».
Probabilmente, il legame con la gestione di Ferrara ha portato Rossi a metterlo da parte: «Facendo uno più uno sembra così. Secondo tanti ho pagato quest’aspetto, ma resto amareggiato – confessa Maresca – Ciro Ferrara è un amico, certo, ma io sono sempre stato a disposizione della società». Dopo una lunga carriera, finire a fare il “fuori rosa” non dev’essere piacevole: «Si sta male. Non mi hanno voluto in riitro, mi hanno pure chiesto che non mi avvicinassi a Bogliasco quando gli altri erano qui ad allenarsi – racconta amareggiato il regista – eppure non ho nessuna brutta malattia contagiosa, per fortuna. Mi avevano detto che avrei potuto tornare ad allenarmi il 5 agosto, ma siccome non sono uno che preferisce stare a casa, fermo, eccomi qui». Il suo compagno di disavventure è quel Simon Poulsen, mai visto troppo sul campo: «E’ per lui che mi dispiace di più. Io sono abituato al calcio italiano e alle sue stranezze – risponde Maresca – ma con un ragazzo danese, al primo anno in Italia, facciamo davvero una brutta figura: “bunga bunga”, “Calciopoli” e gente fuori rosa…». Chiusura sul parallelismo con Angelo Palombo, anche lui ridotto alla stessa maniera l’anno scorso, ma ripresosi lungo la stagione: «Mi fa piacere per Angelo, se lo merita. Io resto a disposizione, almeno finché non trovo un’altra soluzione».