2013
Baldini: «Mustafi è un “colpo”. Rebic era preso, ma…»
La Sampdoria con i giovani ci sa fare, indubbiamente, visto quanto siano ambiti i giovani provenienti dal vivaio blucerchiato come Pedro Obiang, Simone Zaza, Vasco Regini e Andrea Poli, tutti cresciuti fin da giovanissimi nel settore giovanile del Doria.
Il merito di queste scoperte va agli osservatori di giovani talenti, che girano il Mondo alla ricerca di giovani giocatori da portare alla propria corte sperando di aver indovinato la mossa che potrebbe, in un futuro, portare tante soddisfazioni, sia dal punto di vista sportivo, qualora diventassero uomini simbolo della società, o dal punto di vista economico, con plusvalenze del 21000% come nel caso di Mauro Icardi, pagato poco più di 600.000 euro al Barcellona e che dopo un’ottima stagione in Serie A verrà ceduto all’Inter per circa 13 milioni di euro.
Alla Sampdoria, il capo degli osservatori è tale Mattia Baldini, figlio di Franco, ex direttore della Roma e passato di recente al Tottenham. Il Secolo XIX nell’edizione odierna l’ha intervistato: «Sono arrivato alla Sampdoria grazie a Pasquale Sensibile: dopo la laurea in Scienze giuridiche e manageriali dello sport a Pescara mi è stata data la possibilità di lavorare nel settore giovanile del Parma, da lì poi andai a Palermo dove conobbi proprio Sensibile, è stato lui a volermi alla Samp, dandomi il ruolo di capo degli osservatori».
Ma come lavora uno scout? «La Sampdoria mi mette a disposizione mezzi e strutture per togliersi soddisfazioni, ho a disposizione quattro osservatori a tempo pieno: Ranzato, Bortoluzzi, Luporini e Vasiliev. Cerchiamo di suddividerci i campionati più fruibili, a parte Vasiliev e Luporini: Vasiliev gestisce tutta l’area balcanica con i suoi contatti, Luporini invece l’Italia. Per lo scouting dal vivo invece utilizzo il metodo della rotazione: ad esempio assegno a Ranzato uno scout di due mesi su Francia e Germania, mentre a Bortoluzzi uno su Spagna e Portogallo, dopo due mesi li inverto. Allo stesso tempo gli osservatori hanno anche il compito di seguire 4-5 campionati di seconda fascia, appoggiandosi alla Wyscout di Chiavari, una delle migliori aziende del settore».
Ottima rete europea, ma per il Sudamerica? «Abbiamo una serie di collaboratori sparsi nelle varie nazioni: Brasile, Argentina, Cile, poi programmiamo 2-3 viaggi all’anno, partiamo o io o Carlo Osti. Il gioco d’anticipo? sì è fondamentale, ma a volte non basta nemmeno. Bisogna stare attenti anche ad altre situazioni, ad esempio Gentsoglu lo abbiamo prelevato dall’AEK Atene in difficoltà economica, allo stesso modo anche il polacco Wszolek è stato acquisito da una situazione simile, Osti lo conosceva già da tempo. Un colpo perfetto? Al momento direi Mustafi, se sarà perfetto lo dirà il tempo. Il suo nome emerse da uno scouting sulla seconda divisione inglese, poi – confessa Baldini – lo andai a vedere in un Germania-Polonia Under 20. Un buon mercato? Sicuramente quello olandese: c’è tanta varietà, dal giocatore di Lega Pro a quello da Champions League, non c’è distinzione di età, ci sono quelli forti e quelli scarsi, se sei forte indipendentemente dall’età giochi. Ma non sono da trascurare nemmeno Belgio, Polonia e Croazia: del Belgio si diceva ricevesse gli “scarti” della Bundesliga, ma non è così».
A proposito di Croazia, è recente la voce che parla di Ante Rebic, che si sta mostrando un giocatore veramente interessante nel mondiale Under 20: «Rebic? Fortissimo, lo seguiamo da tempo e l’anno scorso lo stavamo per prendere, poi l’ostacolo del passaporto extracomunitario fu insormontabile. Quest’anno diventa comunitario e si sta scatenando un’asta. In passato abbiamo seguito giocatori come Fernandes del Novara, Van Ginkel del Vitesse, Bacca del Bruges, Botta del Tigre, ma ogni volta o il passaporto o intermediari si sono messi in mezzo».