Gli Ex
Sampdoria-Brescia, il doppio ex sicuro: «Entrambe possono lottare per i play off»
Marco Rossi, doppio ex di Sampdoria e Brescia e attuale ct dell’Ungheria, ha parlato in vista del match del Ferraris: le parole
Marco Rossi, doppio ex di Sampdoria e Brescia e attuale commissario tecnico dell’Ungheria, ha parlato in vista del match del Ferraris. Ecco le parole rilasciate in un’intervista all’edizione genovese del Secolo XIX.
BRESCIA – «Nel Brescia ho giocato 5 anni, 4 in B, l’ultimo in A con il rammarico della retrocessione. Città e tifosi mi hanno amato molto, ho tenuto lì la residenza 15 anni fino al 2009. Poi ci siamo spostati a Pozzuoli, la città di mia moglie. E dopo il Brescia passai alla Samp».
SAMPDORIA – «Uno squadrone, lottammo per uno scudetto, vincemmo la Coppa Italia. Tanti campioni, Gullit devastante. Se devo fare un nome dico Mancini: prevedeva lo sviluppo dell’azione, unico tra i migliori 10, avrebbe meritato di più a livello internazionale. Io ero tra i pochi giocatori “scarsi”, giocai poco. E nel 1995 andai in Messico».
ALLENATORI – «Da Eriksson ho appreso la gestione del leadership in una squadra ma su tutti ne metto due, Lucescu che mi ha fatto venire voglia di allenare, e Bielsa: l’ho avuto all’America, mi ha ispirato molto».
PIRLO – «Esplose quando ero alla Samp, super nei piazzati, era un trequartista, poi è diventato un campione totale».
PLAY OFF – «Al Doria per colpa mia non entrai bene nel senso d’appartenenza che ti fa dare il meglio, a Brescia si. Non faccio il democristiano, c’è un affetto diverso. Ma sono due piazze da Serie A, spero nel pari. Sono partite tra le difficoltà ma non sono inferiori a chi è in zona play off: possono provarci».
GIOCATORE IN UNGHERIA – «In difesa siamo forti, ma Cistana ce lo vedrei bene».
GIRONE EUROPEI – «Passarlo è il nostro sogno, c’è ancora la Germania, non Francia e Portogallo. Ci sono la Scozia, in crescita con grandi talenti, vedi Ferguson e la Svizzera, esperta e competitiva. Noi dal 2020 siamo in costante miglioramento, spesso siamo sfavoriti, ma nessuno può pensare “ok, con l’Ungheria vinciamo sicuro”».
SZOBOSZLAI – «Se vorrà potrà diventare un nuovo Pirlo. Lancio da 50-60 metri perfetto, doti balistiche, visione, rapido, infatti è nel Liverpool. Con noi fa il trequartista, libero di muoversi come vuole, ma per qualità che imprime al gioco quando tocca palla, 10-15 metri più indietro potrà essere ancora più decisivo».
UNGHERESI IN ITALIA – «Ci sono solo Nangy dello Spezia e Balogh del Parma. Ne abbiamo 2 in Premier, 5 in Bundesliga, uno in Ligue 1. A parità di qualità si preferiscono i serbi, croati o polacchi pure se costano il doppio, li ritengono più forti di carattere: forse valeva prima, ma ora i nostri mostrano voglia di non mollare e di giocarsela con tutti . Pure io da quando sono qui non ho mai avuto offerte dall’Italia ma ne ho avute da Bundesliga e Pemier League».
CALCIO IN ITALIA – «In Italia abbiamo tantissimi ottimi tecnici, lo dimostra il successo che abbiamo anche all’estero. Ma un 10% tra cui io non ha mai avuto chance in Serie A o B. Certo ho i miei limiti caratteriali. Uno è sul curare le relazioni ma a 59 anni sono migliorato. Su n altro non cambierò mai: non riesco a dire quello che non penso, se dici una castroneria te lo faccio notare anche se sei al vertice della piramide di comando».