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Sampdoria, gli UTC contro i vertici del calcio: «Credono alla bacchetta magica»
Gli Ultras Tito Cucchiaroni, frangia della tifoseria della Sampdoria, ha diramato un duro comunicato contro i vertici del calcio: le parole
Gli Ultras Tito Cucchiaroni, gruppo della tifoseria organizzata della Sampdoria, ha diramato un duro comunicato contro i vertici del calcio italiano. Ecco le parole pubblicate su Facebook.
COMUNICATO – «La Bacchetta Magica, nei racconti di fantasia, è un bastone, per l’appunto magico, impiegato da personaggi dotati di presunti poteri magici, per “canalizzare ed emettere la propria energia”. La Bacchetta Magica permette, ad esempio, di lanciare incantesimi, controllare gli elementi, eseguire trasformazioni, manipolare la realtà o addirittura influenzare eventi e situazioni secondo la propria volontà. Tutti sappiamo che la bacchetta magica non esiste, è frutto della fantasia. Tutti tranne i vertici del calcio italiano. Loro si distinguono, credendoci. La bacchetta magica è in grado di risolvere tutti i problemi che dovrebbero affrontare. Mancano le risorse? Latita il talento? Gli stadi sono vuoti? Gli altri campionati sono più belli e competitivi? La credibilità del nostro calcio, a livello internazionale, è in caduta libera? Dov’è il problema?! C’è la bacchetta magica. Ed eccola quindi, ciclicamente, prendere le sembianze di tessera del tifoso (a proposito, non doveva sempre garantire di aggirare i divieti? Ricordiamo bene?) di nuovi stadi di proprietà, di divieti, di “vantaggiosissimi” accordi che impongono di giocare all’estero, e di tante, troppe, fallite promesse. Di colpo pensano: “tutto si risolve grazie alla bacchetta magica!
La realtà, lo sappiamo, non è così. Questa storia, dal sapore tragicomico, va avanti da decenni. Aspettiamo ancora qualcuno che, non credendo alla bacchetta magica, metta in pratica politiche lungimiranti e logiche, magari mirate a ristabilire i valori e valorizzare i veri patrimoni del calcio italiano. A proposito, qual è uno dei patrimoni più importanti del calcio italiano? Ve lo diciamo noi: i tifosi. Ora lo ripetiamo: uno dei patrimoni più grandi del calcio italiano sono i suoi stessi tifosi, a partire da quelli che da sempre popolano gli spalti. Quel “qualcuno” di cui parlavamo poc’anzi potrebbe pensare, ad esempio, di attuare politiche di prezzi popolari rendere gli stadi dignitosi e a misura di tifoso (e non dei salotti per sponsor…), dare libero accesso agli strumenti di tifo (così magari si avrà la famosa “atmosfera coinvolgente”) o addirittura includere (come in altri paesi europei) gli stessi tifosi nelle scelte che contano.
Andiamo oltre: che ne dite di lavorare seriamente sui settori giovanili? Limitare lo strapotere di procuratori e televisioni? Rendere i giorni e gli orari delle partite e facilmente accessibili a chi lavora o studia nel nostro Paese? Mettere in piedi dei controlli in grado di garantire che la storia ed il patrimonio dei nostri club (al netto della categoria) sia veramente salvaguardato anziché messo a rischio di sparire? Sono solo esempi. Purtroppo siamo fermi alla “bacchetta magica”. In questi giorni ne ha (ri)tirata fuori una il presidente di Lega Serie A Lorenzo Casini: andare all’estero, esportare il “prodotto” calcio italiano. Ha parlato di USA, di Arabia Saudita, di India, di essere pronto a valutare anche di andarci a giocare una giornata di campionato (perché non tutto il campionato, già che ci sono…). Qualcuno spieghi a Casini e ai suoi collaboratori, che: A) la bacchetta magica non esiste; B) il calcio NON è un prodotto ma un’emozione; C) possono andare a giocare anche su Marte, senza i suoi tifosi, il calcio è niente».