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Hubner: «Vi racconto Pirlo. Sampdoria? Si è sollevata»
Dario Hubner, ex attaccante del Brescia, ha parlato diffusamente di Andrea Pirlo: le parole a Il Secolo XIX
Dario Hubner, ex attaccante del Brescia, ha parlato diffusamente di Andrea Pirlo: le parole a Il Secolo XIX sul tecnico della Sampdoria.
PIRLO GIOVANE – «Ho giocato con Pirlo in due stagioni. Nel 1997/98 il mio primo anno in Serie A, aveva solo 16 anni era già un ottimo trequartista con voglia di migliorarsi. Poi è tornato a gennaio, dopo Inter e Reggina e Mazzone ha avuto l’idea geniale di metterlo davanti alla difesa. Andrea aveva visione di gioco allucinante e piedi eccezionali, ti trovava lanci di 40 metri con la facilità di passaggi di 2 metri».
PIRLO DA TREQUARTISTA A REGISTA – «Era comunque fortissimo, aveva il dribbling da trequartista, ma gli mancava lo scatto sui 10-15 metri. Il suo ruolo ideare era davanti alla difesa. Per me è il più forte con cui ho giocato. Baggio l’ho incontrato a 35 anni con problemi alla schiena e alle ginocchia: tra il Roby 35enne e il Pirlo 21enne prendo il secondo ma parliamo di due fenomeni».
PIRLO E MAZZONE – «Pirlo e Mazzone avevano la stessa idea di calcio, con Baggio erano un trio parlavano tanto. E noi avevamo la garanzia di avere un grande allenatore e due che ti potevano far vincere la partita in ogni istante. Mazzone si incavolava se vedeva che in campo non davi tutto, altrimenti accettava pure la sconfitta».
CARATTERE DI PIRLO – «Nella prima stagione, a 16 anni, lo avrò sentito parlare 4-5 volte. Era un giovane vecchio stampo, di quelli che quando parlavano gli anziani stavano zitti. Quando è tornato a 21 anni era più maturo ma accettava i consigli, non si è mai permesso di rispondere. Mi è capitato anche di sgridarlo nelle partitelle, per spronarlo, volevo vincere sempre e per me Pirlo o Filippini era lo stesso, quelle sfide erano battaglie».
PIRLO TECNICO – «Il calcio lo conosce, ha vinto tutto, può fare bene. Non sempre i grandi giocatori diventano allenatori top ma come ha detto Ancelotti meglio un allenatore scarso con giocatori forti che viceversa.Insomma, vincono i giocatori ma la Samp la seguo, nelle ultime gare si è tirata su bene dopo un periodo duro. La B è lunga, l’anno scorso il Brescia era primo dopo sei partite ma io invitavo tutti a stare calmi e abbiamo visto com’è andata. Servono pazienza, costanza, e se resti agganciato ai playoff poi te la giochi. Vale pure per il Brescia, Maran è bravo, ma se Cellino vuole puntare in alto serviranno dei rinforzi».