Hanno Detto
Nicolini: «Pirlo ha rivisto le convinzioni. Ci manca il bomber»
Enrico Nicolini, ex calciatore della Sampdoria, ha commentato la prestazione contro lo Spezia: le parole a Telenord
Enrico Nicolini, ex calciatore della Sampdoria, ha commentato la prestazione contro lo Spezia: le parole a Telenord.
SPEZIA – «Bellissima partita, soprattutto il primo tempo, giocato con intensità, senso tattico, rispetto dei ruoli. Si andava su tutti i palloni, tutti si sono messi a disposizione del compagno. Ho visto una bellissima squadra che ha un difetto strutturale che non ha un vero stoccatore, pensiamo che Borini ha fatto un gol su azione, Pedrola tre e il capocannoniere potrebbe diventare un terzino come Depaoli. La fatica a fare gol è evidente. Quello è l’unico problema vero di questa squadra. Lo dicono i numeri. Non abbiamo una punta di diamante che tutte le squadre importanti lo hanno. Il centravanti che riesce a fare gol con continuità, ma stiamo sopperendo bene con altri giocatori. Un campionato di vertice necessita di quella figura».
ERRORI PIRLO – «All’inizio sono stati commessi degli errori: sopravvalutazione del reale valore della squadra, scendendo in campo con giocatori che non erano pronti. I risultati sono stati figli non della sfortuna, ma della preparazione. All’inizio non eravamo preparati, siamo andati incontro a delle figuracce. Pirlo, rivedendo alcune sue convinzioni, abbandonando la palla a terra, le partenze da dietro, insieme a questo i calciatori sono cresciuti. Un mese e mezzo fa avevi giocatori con una condizione diversa. Sono queste le cose che sono migliorate. Questo va a merito di Pirlo che ha cambiato oltre che l’atteggiamento tattico ma anche quello mentale».
REAZIONE – «Lo striscione? Siamo arrivati a un punto in cui se non vincevi le partite che hai vinto diventava difficile. I tifosi della Sampdoria hanno avuto una pazienza incredibile considerando quanto era successo in estate. Quindi è comprensibile ad un certo punto la reazione. Positivo che questo abbiamo generato un riscatto».
TOP E FLOP – «Giordano ha avuto difficoltà nella fase difensiva, ma è comunque stato positivo. De Luca si è battuto come sa fare. Questo gli viene chiesto, fare qualche gol, certo, ma essere un riferimento. Per me ne beneficiano gli altri dalla sua presenza. Non è un classico bomber, ma per me Esposito giova della sua presenza in campo. Sul colpo di testa di Kouda è stato anticipato Giordano, si poteva coprire meglio l’area. Sulle altre occasioni abbiamo rischiato qualcosa. È chiaro che adesso i giovani ogni partita migliorano, diventano più giocatori di categoria».
PANCHINA CORTA – «A oggi il vero problema è la mancanza di alternative. Non possiamo pensare che questi undici-dodici siano sempre al top. Abbiamo pochi giocatori oggi, Borini potrebbe in effetti essersi fatto male perché ha dato tanto. Spero che a gennaio a parte di come andranno le cose, si possa riuscire a fare qualcosa. Non dimentichiamoci che poi arriveranno anche le squalifiche per somma di ammonizioni. Tutti i giocatori che sono venuti a mancare hanno trovato dei sostituti, ma dietro ci mancano delle alternative. Murru, per quello che è, è comunque una alternativa. Speriamo di recuperarli».
ESPOSITO – «È uno che se si sblocca si va in Serie A. Un attaccante deve segnare, bello che combatta e giochi bene. Un attaccante deve fare gol. Poi ovvio che serve anche la prestazione, nella partita in cui non fa gol deve mettersi a disposizione. Esposito ha le potenzialità di diventare un buonissimo giocatore di Serie A».
DEPAOLI – «Quaranta metri più avanti dovrebbe saper dribblare, giocando più indietro invece riesce a infilarsi e a fare quello che deve. Una formazione che sta andando a mille, ha tutti uomini negli slot specifici, meglio non inventarsi niente. Mettere Verre ed Esposito dietro a De Luca e avanti così. Da questo punti di vista non cambia niente. La squadra è in salute, meglio non fare esperimenti».
QUAGLIARELLA – «Una società nuova, che conosce poco la categoria, dirigenti che con la Serie B non hanno nulla a che fare. La decisione è stata puntare sui giovani. Quagliarella ha 40 anni, è normale che abbiamo preso quella decisione. Personalmente lo avrei tenuto. Ma la nuova società si è sentita meno obbligata a essere riconoscente verso il campione. È normale che un ragazzo, perché rimane tale, che voleva dare una mano ci sia rimasto male. Adesso per fare una patta, si organizza una bella partita d’addio, nel breve però. Spero che alla fine del campionato si possa organizzare una bella festa per un calciatore che ha dato lustro alla società».