Hanno Detto
Pozzi: «Alla Sampdoria serve continuità. Fare tabelle è inutile»
Nicola Pozzi, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sul club blucerchiato e il confronto con il passato
Nicola Pozzi, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sul club blucerchiato e il confronto con il passato. Le sue parole a La Repubblica.
PRIMAVERA CARRARESE – «Una bella opportunità per continuare nel percorso di crescita, che sto vivendo con grande entusiasmo in una società seria con tanta voglia di fare bene. Spero di trasmettere ai ragazzi la mia voglia d’imparare e fare meglio ogni giorno».
SERIE B – «La serie B è un campionato tremendo, si può rimescolare tutto. L’unica ricetta per risalire la classifica è la continuità di risultati. Le tabelle non servono, bisogna ragionare gara per gara. I margini di errore quando sei dietro sono minimi».
PASSATO – «All’inizio avevamo una squadra molto forte, da primato, ma si erano pagate le scorie dell’ambiente dopo la retrocessione ed alle prime difficoltà si è complicato tutto. Anche Iachini aveva incontrato delle difficoltà nel subentro».
MERCATO – «Sono arrivati elementi di spessore come Eder, Munari, Renan, ma soprattutto liberi di testa. La vittoria a Padova è stato il primo segnale, ma era un’impresa quasi impossibile. Da sesto in classifica non era mai stato promosso nessuno. È servito anche un pizzico di fortuna nei play off, ricordo in particolare il ritorno con il Sassuolo, il salvataggio sulla linea di Rispoli».
GRUPPO – «Conta tanto, come sempre. Un segnale importante è quando la squadra comincia a vedersi anche a cena a metà settimana. Avere voglia di stare insieme in modo spontaneo è un indicatore fondamentale di una totale unione d’intenti».
9 GIUGNO – «I tifosi della Sampdoria mi scrivono, mi ricordano la nostra promozione a Varese. Rivedo mentalmente le immagini in campo, la festa a Genova tra la gente. Sono ancora in contatto tramite chat con molti compagni di allora».
EMOZIONI – «Davvero, non mi sono annoiato. Quarto posto e qualificazione in Champions League, retrocessione, promozione, salvezza da matricola ed il gennaio seguente l’addio: insomma ho visto tutto e l’esatto contrario. A Marassi c’è un ambiente fantastico, ma quando le cose vanno male si sente la pressione, anche se la Gradinata Sud tifa sempre a prescindere da tutto. La maglia della Sampdoria pesa, ci vuole personalità per indossarla al meglio».
TIFOSI – «Posso dire, senza tema di smentite, che regalano una spinta incredibile. Nel momento positivo e quando c’è entusiasmo equivalgono ad un’iniezione di fiducia, energia e coraggio. La squadra deve, però, trascinare il pubblico e poi riceverà in cambio una spinta incredibile».
SAMPDORIA OGGI – «L’ho seguita poco, perché sono molto impegnato con la mia squadra, ho visto un paio di partite in televisione. Non mi sento onestamente di poter dare un’opinione. Certamente, però, si tratta di un “anno zero”, di piena ricostruzione, a tutti i livelli, e quindi non è mai facile».
CONFRONTI – «Difficile, posso dire che allora avevamo giocatori di grande nome per la categoria, ma dopo una retrocessione non è mai facile ripartire bene».