Gli Ex
Yoshida: «Tifo Sampdoria, credo nella salvezza. Ferrero? È un pazzo»
Maya Yoshida ha ricordato l’esperienza vissuta con la maglia della Sampdoria: ecco le dichiarazioni del difensore giapponese
Maya Yoshida ha ricordato l’esperienza vissuta con la maglia della Sampdoria. Ecco le dichiarazioni rilasciate dal difensore giapponese, ora allo Schalke 04, ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
SAMPDORIA – «Per me sono stati due anni e mezzo interessanti. Dopo più di sette anni in Inghilterra avevo bisogno di una nuova sfida. Il calcio, la vita, il cibo… è tutto diverso in Italia. È stata un’esperienza di vita molto importante per me perché sono cresciuto sia come giocatore che come persona».
CRISI SAMPDORIA – «La Samp ha problemi economici, è un momento molto difficile per il club. Poi tutti sono andati via, da Bereszynski a Colley… ci sono state tante partenze. Quando perdi così tanta qualità tutto diventa più difficile. E non dimentichiamo che la Samp gioca in un campionato molto competitivo. Basta pensare che battere squadre come Lecce e Spezia è molto difficile, sono squadre che giocano molto bene a calcio. Poi c’è la Salernitana, squadra che ha giocatori come Candreva e un ottimo progetto. Purtroppo per la mia Sampdoria è un momento complicatissimo, sia in campo che fuori».
SALVEZZA – «Io sono un tifoso e spero di sì. Ho ancora tanti amici lì e i tifosi blucerchiati sono incredibili, spero davvero che andrà tutto bene. Sarà difficile ma io spero che la mia Samp rimanga in A. Il destino ha voluto che tutte le mie squadre vivessero un’annata molto difficile: pure per Schalke e Southampton è un momento complicato. Non bisogna mollare».
FERRERO – «Io posso solo dirgli grazie presidente. È “pazzo” ma mi ha dato l’opportunità di giocare in Serie A. So quello che pensano i tifosi di lui ma questa è un’altra cosa».
CLUB PIU’ IMPORTANTE – «Come storia la Sampdoria, perché hanno vinto lo scudetto nel 1991. Però come prodotto, stadio e tifosi dico Schalke. E per il Southampton parlano calcio inglese e lato economico».
PREMIER LEAGUE – «Fisicamente il calcio inglese è più duro, però in Italia siete tatticamente superiori. Basta vedere quello che sta facendo De Zerbi al Brighton, un allenatore davvero molto bravo. Ranieri da questo punto di vista è molto più tranquillo mentre D’Aversa e Giampaolo sono molto esigenti tatticamente».
RANIERI – «Ranieri è stato il mio primo allenatore in Italia ed è stato molto importante per me. Il fatto che parlasse l’inglese per spiegarmi tutto fu molto utile perché per me all’inizio è stato difficile capire l’italiano. Ma anche D’Aversa e Giampaolo mi hanno aiutato tanto. Peccato che i risultati non siano stati buoni con loro. Però sto usando quello che ho imparato sotto la loro guida qui in Germania e anche in nazionale».