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Quagliarella: «Niente figure di m***a. Futuro? Ho parlato con Lanna»
Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria, ha fatto il punto sul campionato dei blucerchiati e sul futuro: le sue parole
Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria, ha fatto il punto sul campionato dei blucerchiati e sul futuro: le sue parole a La Gazzetta dello Sport.
GOL ALLA FIORENTINA – «Ci tenevo a segnare nell’ultima gara in casa, in un clima gioioso. Poi è capitato di fare un gol di una difficoltà molto, molto alta… La gente se lo meritava».
INTER – «Sappiamo che ci guarderanno tutti, quelle di Milano e Reggio Emilia saranno le due gare più viste, San Siro sarà strapieno. Noi faremo di sicuro una partita molto seria, non possiamo permetterci figure di m… Sappiamo di sfidare uno squadrone, conosciamo la forza dell’Inter ma abbiamo visto contro la Fiorentina cosa voglia dire giocare con o senza pressione addosso. Comanda la testa, noi siamo e saremo mentalmente leggeri».
STAGIONE – «I numeri non mentono, ma è pur vero che non ho giocato con continuità, e le possibilità di segnare diminuiscono. Sono sempre stato tranquillo, non posso pretendere di giocare 38 partite, ma mi sono anche accontentato di giocare 4’ a Verona, o 2 nel derby più il recupero. A un certo punto eravamo in una condizione tale per cui c’era solo da pensare a guidare la barca della Samp in porto. Abbiamo avuto tanti infortunati – due su tutti: Damsgaard, ma soprattutto Gabbiadini – e a gennaio, a parte Rincon, i nuovi si sono bloccati. E poi il discorso societario…».
LEADER – «Com’era giusto che fosse, sono qui da tanti anni, ho parlato molto con i compagni. Mi sono scoperto più comunicatore, proprio io che amo la riservatezza e mi piace essere leader con i fatti. L’ho fatto volentieri».
SENZA ETA’ – «Un percorso che parte da lontano. Non puoi dire, a un certo punto: “Nei prossimi due anni sto attento qui e là”. Servono dedizione e professionalità. Con un impegno sempre maggiore, se molli poi in campo i giovani ti volano sopra. Quest’anno ho lavorato nella parte superiore del tronco, ho messo su due-tre chili di muscolatura per tenere botta in campo. Il segreto è allenarsi sempre al massimo, come se dovessi giocare alla domenica».
FUTURO GIA’ DISCUSSO – «Avevo già parlato con Lanna e con l’avvocato Romei, ma in quel momento c’era solo da pensare alla salvezza. Per mesi ho fatto fatica a dormire».
RECORD GOL – «Non sono ossessionato da certi numeri».
LEZIONI DA IMPARARE – «Certo, come nella vita. Io non mi sento a posto se faccio gol. A me piace servire gli assist, mi sento un attaccante a 360 gradi, non sto lì ad aspettare la palla per tirare in porta».
ISOLARSI – «I tifosi sono fondamentali. Poi, però, quando ci sono difficoltà, nel calcio servirebbe più equilibrio. Allora mi metto in una bolla. Sento certe critiche di chi mai ha giocato a calcio… Cosa possono sapere quel che accade in una frazione di secondo?».
RIMPIANTI – «Talvolta ripenso ai momenti topici, ma così ti maceri. Non pensavo di arrivare a giocare ancora in A a quest’età. Giunto ai 34, ho pensato che sarebbe stato bello arrivare a 36, e avanti così. Ora andiamo verso i 40. A me piace dare del filo da torcere ai giovani e dire la mia».
ESEMPIO – «Preferisco dare l’esempio in campo, con le parole sono bravi tutti. In allenamento a volte m’arrabbio. Ma se non provi un colpo lì, come potrai farlo alla domenica? Esempio banale: senza lavorare sul sinistro, come avrei potuto fare quell’apertura per Sabiri? A parte certi giocatori, una punta che ha solo un piede per calciare secondo me è un mezzo attaccante. Il calcio è fatto di attimi: se li perdi, ti mangiano».
BILANCIO – «Pensavamo solo alla salvezza, ma ora mister e società dovranno prendere di petto certe situazioni e risolverle. Fra le belle notizie cito Sabiri: è arrivato dalla B, davvero un bel giocatore, ha ottimi colpi, un ragazzo quadrato, ma la base c’è, eccome».