Sampdoria, Roselli: «Derby? Serve un pizzico di fortuna»
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Roselli: «Derby? Serve un pizzico di fortuna»

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Giorgio Roselli, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto in vista del Derby della Lanterna. Le sue parole a La Repubblica

Giorgio Roselli, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto in vista del Derby della Lanterna. Le sue parole a La Repubblica.

GOL DI ROSELLI«Era un derby della paura, con poche occasioni, ma di grande importanza. Ricordo che ci salvammo all’ultima giornata. Il Genoa aveva Girardi, Rizzo, Busatta con tanti anni in serie A. Fui decisivo con una puntata sotto la Nord».

REPLICA – «È rimasto nella memoria di tutti i tifosi per l’andamento e l’esultanza di Mantovani, intervistato in diretta, che gioisce e prevede: ora non ci prendono più. Aveva ragione».

RITAGLIO DI GIORNALE«Verissimo, fu Claudio Nassi a metterlo, un grande dirigente. Non sbagliava quasi nulla e fu bravo a stimolarci. Fu un successo importante, furono messe le basi per il sorpasso in classifica».

RICORDI – «Il mio passaggio si realizzò nel mercato autunnale del 1978. La domenica la Sampdoria fu sconfitta 2-0, venne esonerato Canali ed arrivai il martedì seguente, assieme al nuovo tecnico, Lamberto Giorgis».

DERBY«Serve un pizzico di fortuna, ma bisogna saperla cercare. I valori dei giocatori si modificano, pesa molto l’aspetto mentale. Il mio segreto era la serenità, Chiorri, Romei, Gorin, solo per citare tre esempi, lo sentivano tantissimo. Nel mio caso era una gara come le altre, ero libero di testa».

MESSAGGIO«Ripeterei quanto dico sempre ai miei giocatori, che accetto tutti gli errori, ma non per paura o superficialità. Bisogna sentire la partita nel modo giusto, con la giusta concentrazione».

PROFESSIONE ALLENATORE«Saper comunicare le proprie idee, entrare nella testa dei giocatori. Dopo i primi venti giorni al Ligorna volevo fermarmi. Non riuscivo a trasmettere le mie idee e un allenatore non può permettersi di fallire in questo senso, perché, in questi casi, il giocatore non è coinvolto e non rende in campo in modo adeguato».

SAMPDORIA-SALERNITANA – «Ero in viaggio, ascoltavo la radio, e non credevo a quanto stavo sentendo. Non mi ricordo di aver vissuto situazioni simili, in compenso ho subito rimonte e ribaltato delle gare nei minuti di recupero».

FELICE A GENOVA – «Certamente, perché sto con mia moglie Laura e sono vicino alle mie nipotine, una è nata da due mesi, che sono la mia passione. Essere nonno è qualcosa di speciale. Hanno pesato molto nella mia decisione. Quando ho avvisato la famiglia c’era felicità nei volti di tutti. Mia moglie, genovese doc, mi ha spesso seguito nel mio girovagare, ma solo nelle città di mare. Essere tutti insieme è, però, diverso».

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