Hanno Detto
Gabbiadini: «Tutto merito di D’Aversa. Ferrero? Dobbiamo reagire»
Manolo Gabbiadini, attaccante della Sampdoria, ha fatto il punto della situazione ai taccuini de La Gazzetta dello Sport: le sue parole
Manolo Gabbiadini, attaccante della Sampdoria, ha fatto il punto della situazione ai taccuini de La Gazzetta dello Sport. Dal gol non assegnatogli fino agli obiettivi personali e di gruppo. Le sue parole.
GOL NON ASSEGNATO – «Si vede che la persona che in Lega decide su gol e autogol giocava contro di me al fantacalcio. E così mi ha tolto la seconda rete. Ormai è andata. Resto convinto che fosse gol mio: Vanheusden si è buttato a peso morto in scivolata per opporsi alla palla, mica per giocarla. È stato cercato il pelo nell’uovo… Pazienza. Avrei eguagliato il record di gol nel derby: ci riproverò, anche per regalare un’altra gioia ai nostri eccezionali tifosi».
CORO TIFOSI – «Non ci ho fatto caso perché nel riscaldamento sono sempre molto concentrato. È intenso il rapporto che ho con loro. Sicuramente a fine carriera tra i ricordi più belli ci saranno proprio le reti nel derby perché vedere così felici i nostri tifosi è impagabile».
ALLENATO AI GOL DI TESTA – «Non particolarmente. Se arriva un bel cross, è più facile perché devi solo direzionare la palla. Però in area ormai so muovermi discretamente».
SACRIFICIO – «Il mister mi chiede di disturbare il play avversario: l’ho fatto contro la Fiorentina e contro il Genoa. Mi piace sacrificarmi per la squadra, partire leggermente arretrato guardando la porta, correre avanti e indietro. A Firenze ho percorso 11,5 km. Cerco sempre di pensare positivo: il modulo è relativo, conta come interpreti la partita».
PERIODO DURO – «È stato molto bravo D’Aversa a tenerci tranquilli, a preparare bene la partita e a usare le parole giuste. Gran parte del merito è suo. La vicenda del presidente Ferrero ci ha toccato, ma abbiamo reagito nel modo giusto. Adesso dobbiamo dare continuità in Coppa Italia con il Torino e in campionato con il Venezia».
OBIETTIVI – «Stare bene fisicamente e giocare con continuità. Il resto, poi, viene da sé, come dimostra l’ultimo periodo».
NAZIONALE – «Passa tutto attraverso il rendimento con il club. Io la maglia azzurra l’ho già indossata, è stato un onore e ci tengo tantissimo. Negli ultimi anni non sono andato bene ed era giusto che non fossi convocato. Ma io spero sempre nella chiamata e farò di tutto con la Sampdoria per meritarla».
ESULTANZA – «L’ha ideata mio figlio Tommaso. L’anno scorso mi aveva proposto un balletto che feci dopo una rete al Cagliari: non potrei mai esibirmi di nuovo in quella cosa lì, mi vergogno troppo. E allora a casa lui ha studiato questa nuova esultanza che ho mostrato nel derby: Tommy l’ha vista in tv ed era contento, così come mia moglie Martina che era in tribuna».
COMPLEANNO – «Il 30 è un numero: bello, tondo, ma sempre un numero. Io adesso mi sento bene e ho tanta voglia di giocare. Sto trovando la migliore condizione. Purtroppo l’anno scorso sono stato fuori a lungo per un infortunio e in questa stagione avevo iniziato bene contro il Milan, ma proprio in quella gara mi sono fermato di nuovo e ho perso un paio di mesi. Adesso ci sono. E nello spogliatoio cerco di dare l’esempio con i fatti: sono uno di poche parole, quindi penso ad allenarmi bene e non mi lamento se sto fuori. Il comportamento è importante».
FELICE – «Se vinciamo sì, se perdiamo un po’ meno. Scherzo… Ma di sicuro vado sempre al campo con la gioia nel cuore».