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2013

Il pagellone di SN24 – Mauro Icardi

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Il giocatore più discusso, amato, odiato, idolatrato, colpevolizzato, trattato e vociferato della stagione blucerchiata. Già dopo il derby d’andata col Genoa era stato venduto a due/tre squadre. A Gennaio sembrava del Napoli e poi invece è finito all’Inter. Un giovane talento capace di segnare dieci reti (sette fra Juventus e Pescara) pesanti al suo esordio in Serie A ad appena vent’anni. Sto parlando di Mauro Icardi, ovviamente: il giocatore dalla parabola ascendente più veloce della storia blucerchiata. I tifosi non hanno avuto nemmeno il tempo di innamorarsi o esaltarsi per Maurito che già era stato venduto. Non è certo compito mio giudicare l’atteggiamento del calciatore o il suo attaccamento alla maglia. I fatti parlano da soli e ognuno è in grado di dare la propria opinione.

Il giudizio tecnico sulla stagione di Icardi invece è un compito che assumo volentieri anche perché, che piaccia o meno, rappresenta una parte importante della stagione blucerchiata. Nel periodo che va dal derby di Genova dell’andata (18 Novembre) alla vittoria casalinga per 3-1 sulla Roma (10 Febbraio) il rendimento di Icardi è stato a dir poco folgorante. Non parlo solo delle otto reti realizzate ma della sua fame, sportivamente parlando. Il ragazzo sembrava in missione, determinato e sfrontato come pochi. Il fatto che Ferrara si prenda i meriti per averlo fatto giocare per primo mi fa sorridere: ricordiamoci che nel derby d’andata (vero proscenio per Maurito) era l’unico attaccante disponibile. Tornando a noi è innegabile che Icardi sia stato determinante, soprattutto con Rossi, per il raggiungimento dei punti che hanno portato in dote la salvezza. Non si può però non calcolare l’incredibile e radicale calo di rendimento degli ultimi tre mesi di campionato in cui, letteralmente parlando, non ne ha mai beccata una. I motivi possono essere tanti e tutti validi. Dal calo fisico e quello mentale (l’essere già dell’Inter non ha aiutato), dalle difficoltà a sviluppare l’azione della squadra a quelle di Maurito di cercare solo la profondità anche quando c’era bisogno di altro, dal rilassamento generale a una fame, quella di Maurito, che è sembrata svanire di colpo come neve al sole. Insomma se prima si avevano pochi dubbi sul fatto che Icardi potesse diventare un top player, ora questi ci sono tutti. La verità, probabilmente, starà nel mezzo e il tempo, come ho già detto in passato, aiuterà a capire e a valutare.

Come diceva Neil Young “è meglio bruciare che spegnersi lentamente” (“it’s better to burn out than to fade away”). In questo verso si può riassumere la stagione di Mauro Icardi: un esplosione di luce e poi l’oscurità. Lo seguiremo sempre con interesse anche per capire se saremo stati gli unici testimoni di quel fascio luminoso. Intanto per questa stagione il suo voto non può essere che una media fra la spettacolarità degli inizi (non dimentichiamoci il gol a Castellamare di Stabia) e la fastidiosa quiete della fine. Comunque grazie Maurito. Voto 6,5

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