Sampdoria Spezia: l'importanza della vittoria e la polemica dei 7 difensori
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Editoriale

Sampdoria Spezia: l’importanza della vittoria e la finta polemica dei 7 difensori

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La Sampdoria batte lo Spezia e lancia un forte segnale alla Serie A: non interessano i numeri, conta solo vincere. Ora inizia il vero campionato dei blucerchiati

La Sampdoria ha conquistato la prima vittoria casalinga in Serie A battendo lo Spezia per 2-1, dopo otto giornate di astinenza. Un risultato importante per la squadra di D’Aversa (ieri sostituito dal vice Tarozzi), che finora ha espresso un discreto gioco in campo ma senza portare a casa i punti che avrebbe veramente meritato. E con una situazione di classifica in continuo movimento – considerando l’imprevedibilità del campionato nella zona retrocessione – risulta fondamentale appesantire il proprio bottino e dare continuità alle prestazioni. Non ci sono ancora garanzie in vista del futuro, ma la formazione blucerchiata ha dimostrato in questi mesi di poter giocarsela a viso aperto contro ogni squadra.

Ecco perché il match del Ferraris può rappresentare un nuovo inizio per la Samp: l’affluenza dei tifosi allo stadio in crescita, l’atteggiamento combattivo del gruppo, la voglia di raggiungere il successo senza badare alla forma. L’unica prerogativa della Sampdoria, adesso, deve essere il pragmatismo. Di conseguenza, non scandalizziamoci se le spaventose statistiche del derby ligure sembrano un prologo della celeberrima festa di Halloween. Lo Spezia ha calciato 16 volte verso la porta doriana, evidenziando alcuni interventi decisivi di Audero (solo 6 conclusioni per la Sampdoria, di cui due in rete). E poi il possesso palla: 71% per gli aquilotti, 29% per i blucerchiati.

A scatenare l’ira di molti sostenitori è stata la scelta di schierarsi in campo, a partita in corso, con ben sette difensori chiamati a proteggere il risultato grazie a fisicità e scarsa eleganza: oltre ai titolari BereszynskiColleyYoshidaAugello, sono subentrati nell’arco dei novanta minuti anche Dragusin, FerrariChabot. Sia chiaro, a nessuno piace vedere il “pullman” davanti alla propria porta. Ma la spiegazione, anche in questo caso, è semplice: nel momento in cui una squadra è abituata a scottature, un altro passo falso ne comprometterebbe il prosieguo della stagione. Perché insistere sulla spettacolarizzazione di una partita quando il solo obiettivo da perseguire è quello di mettere in cassaforte il punteggio? Lo ripetevo durante l’esperienza di Ranieri sulla panchina blucerchiata e lo ribadisco ora più che mai: conta solo vincere, nulla di più.

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