2013
Pellegrini sul derby di lunedì: «Genova sempre presente in queste occasioni»
Con il derby “SLAncio per la vita”, si rivedrà anche il capitano di mille battaglie blucerchiate, ovvero Luca Pellegrini. Attualmente svolge il compito di opinionista televisivo; tuttavia, sarà bello rivedere il difensore in campo. A “Studio Live” – trasmissione di SampTv – l’ex giocatore si schernisce un po’: «Sarà bello vedere quanti chili abbiamo preso in questi anni… Scherzi a parte, credo sia un evento bellissimo al quale partecipare e che fa comprendere come la Genova rossoblucerchiata è sempre presente in queste occasioni». Sul modulo con il quale si schiererà la Samp di lunedì, Pellegrini è chiaro: «Ricordo come a Milano ci schierammo con la difesa a tre quando Mikhailichenko fu espulso; all’epoca, io, Pietro e Moreno eravamo veloci abbastanza e potevamo giocare senza libero. Oggi saremo più coperti perché non abbiamo più lo scatto di una volta».
Si parla anche della stagione appena conclusa, con il calo di Icardi, una volta saputo che l’Inter era sulle sue tracce: «E’ vero: quando si è appreso di certi accostamenti – come anche per Zaza ad Ascoli – il ragazzo ha staccato la spina, come anche altri. Eppure nell’ultima giornata ha ritrovato la motivazione per farsi 60 metri e fare gol. Credo che Icardi sia cominciato a mancare quando non c’era più Krsticic, che lo lanciava in profondità; con queste condizioni, invece, è venuto fuori Eder, che viene più incontro al pallone». Sulla Samp dei suoi anni, composta – secondo alcuni – da “immaturi”: «Diciamo che, quando sei giovane, è normale essere un po’ incoscienti. Tuttavia, è importante maturare non tanto per vincere, quanto per confermarsi. Io sento d’esser cresciuto prima, quando l’avv. Colantuoni mi propose di venire a conoscere Paolo Mantovani e decisi di venire a Genova». Chiusura sul mercato blucerchiato: «Credo che Romero debba esser lasciato andare: tecnicamente non si discute, ma psicologicamente mi pare poco attento. Mi piace molto Eramo, invece. Infine, credo che sia d’obbligo prendere un attaccante».