2013
Invernizzi: «La sampdorianeità è una dote ben apprezzata»
Protagonista nella Samp degli anni ’90 bella e vincente, Giovanni Invernizzi è adesso il boss del settore giovanile blucerchiato. Il suo progetto di riportare protagonisti del passato sta andando avanti: dopo Chiesa e Pedone, da ultimo, è arrivato anche Claudio Bellucci. In un’intervista rilasciata a “La Repubblica”, l’ex centrocampista parla di questo: «Diciamo che sono stati scelti per le loro competenze. Se poi c’è anche la sampdorianeità, beh, tanto meglio». Per Garrone appare anche qualcosa di più: «Avvertiamo il desiderio di avvicinare a questo club persone che ne vogliono il suo bene. E che stimano la proprietà, la dirigenza ed i tifosi». Del resto, la bontà di un settore giovanile si valuta nel lungo periodo, come si è visto con i vari Obiang, Poli e Krsticic: «Nell’immediato si pensa a non sfigurare, ma l’obiettivo è portare calciatori in prima squadra – afferma Invernizzi – Noi vogliamo valorizzare al massimo i bambini genovesi e liguri: il mio sogno è una primavera della Samp formata unicamente da ragazzi di Genova».
Un obiettivo forse un po’ ambizioso: «E’ realistico crescere un giocatore qui fino agli Allievi e poi valutare. Comunque, qui in Liguria, siamo in tre a lavorare a certi livelli: noi, il Genoa e l’Entella, perciò è difficile». Invernizzi può anche fare un bilancio del primo anno da responsabile del settore giovanile del Doria: «In tutte le leve, i ragazzi sono cresciuti; se poi uno guarda i numeri, è chiaro che spiccano i Giovanissimi Nazionali – afferma l’ex centrocampista – sono arrivati quarti in un girone difficilissimo, poi hanno battuto il Vicenza, che era arrivato primo in un altro girone. Ora affronteranno lo Spezia negli ottavi». Ci si chiede quanto sia il collegamento con prima squadra e settore giovanile, vedendo il modello Barcellona: «Diciamo che c’è comunicazione tra i due ambiti, anche se i concetti vanno applicati caso per caso».
Invernizzi è contento di quanto sta facendo con i giovani, ma ci si domanda se non ci sia nessun’altra ambizione nella sua vita professionale: «Ho fatto 15 anni di professionismo grazie a quello che ho imparato nel settore giovanile del Como. Parlo di insegnamenti a tutto tondo, anche morali: voglio portare avanti queste lezioni», conclude il dirigente blucerchiato.