2013
GdS – Parla Ferrara: «L’esonero? Immotivato alla luce dei numeri»
Le dichiarazioni rilasciate in settimana dall’ex d.s. blucerchiato, Pasquale Sensibile, hanno fatto rumore. E così Ciro Ferrara – in una lunga intervista concessa a “La Gazzetta dello Sport” – non si è fatto attendere, rispondendo a modo suo dopo un lungo periodo di silenzio. Il motivo di questo lungo periodo senza interviste è presto detto: «Ho voluto aspettare la salvezza matematica dei ragazzi per fare commenti – afferma l’ex tecnico della Samp – e vorrei che i conti fossero fatti bene: Rossi ha fatto 22 punti in 20 gare, io ne ho fatti 18 in 17 partite. Mi sembra che non ci sia questa grande differenza, anche perché le difficoltà ed i risultati sono stati gli stessi. Voglio comunque precisare come ho una grande stima di Delio, che è un ottimo professionista». Inoltre, Ferrara aveva già intuito dell’esonero prima che glielo comunicassero: «Ricordo come Sagramola mi chiese se fossi stato in città il giorno successivo. La motivazione fu che dovevamo migliorare la classifica; la verità è che all’epoca avevo sette squadre dietro, non mi sembra che la situazione sia cambiata granché». Un piccolo atto d’accusa anche per Rinaldo Sagramola, l’a.d. blucerchiato, l’unico rimasto dopo la cacciata di Ferrara: «La mia scelta era stata di Sensibile e di Teti, non di Sagramola. Infatti, ricordo perfettamente come fosse l’unico poco felice della vittoria nel derby d’andata: forse gli avevo scombinato i piani…».
Forse Garrone avrà avuto qualche pentimento: «L’ho sentito per complimentarmi della salvezza, ma non mi è sembrato che fosse dubbioso». Anche la gestione di Palombo sotto Ferrara ha fatto molto discutere: «Con lui feci un colloquio di due ore, perciò non mi vengano a dire che non gli ho dedicato il giusto spazio: ho molto rispetto per lui». Ma ci sono molti momenti da ricordare nella sua esperienza blucerchiata: «La vittoria nel derby e l’aver valorizzaato molto giovani: Berardi, Krsticic, Obiang, Icardi, Rossini. Certo, mi è dispiaciuto lasciare tutto il lavoro che stavo facendo». Forse questa salvezza è anche un po’ di Ferrara: «Credo di sì». C’è poi chi l’ha criticata per i pochi moduli provati o per giocatori poco impiegati: «Cazzate: con un sistema diverso e giocatori che erano stati impiegati altrove, non è cambiato comunque molto. La trovo una conferma della bontà del mio lavoro. Sicuramente ho fatto errori, ma dopo due esoneri che non hanno cambiato le sorti delle squadre da cui ero stato cacciato, mi sento di poter dire la mia».