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Rodriguez chiama la Sampdoria: «Futuro? Voglio rimanere in Italia»
Pablo Rodriguez, centravanti del Lecce finito nel mirino di tanti club di Serie A tra cui la Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista
Pablo Rodriguez, centravanti del Lecce finito nel mirino di tanti club di Serie A tra cui la Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista a gianlucadimarzio.com. Ecco le sue parole.
MANTRA – «L’azione più importante di una partita, non è quella che hai concluso oppure sprecato. E’ quella che devi ancora fare. Quando sei in campo può capitare che sbagli qualcosa: a quel punto, l’unica cosa che conta è che tu sia pronto per rifarti un attimo dopo».
REAL MADRID – «Ai tempi di Madrid, Raul mi ripeteva sempre che nel calcio, a fare la differenza, è chi è in grado di farsi trovare sempre sul pezzo. Quando scendo in campo provo sempre a dare il meglio di me, senza farmi condizionare dai singoli episodi».
CRESCITA – «Sono felicissimo di quanto fatto finora, sia con la squadra che a livello individuale. Ma il vero Rodriguez ancora non l’ha visto nessuno. Dopo aver contratto il COVID in Spagna, le prime settimane a Lecce sono state difficili; ho avuto a che fare con una serie di infortuni. Negli ultimi mesi sono riuscito a trovare continuità, sento però che da qui alla fine del campionato posso fare molto di più. D’altronde, se ho scelto Lecce è perché qui posso continuare a migliorare…».
CORVINO – «Quando mi ha chiamato il mio agente, Abian Morano – lo stesso che portò Icardi alla Samp dal Barcellona – sono rimasto sorpreso, non mi aspettavo una proposta simile. Poi mi ha contattato Corvino, e subito ho capito che Lecce poteva diventare la piazza giusta per me. Il direttore mi ha spiegato quale sarebbe stato il mio ruolo nel progetto dei giallorossi, sentivo che intorno al mio trasferimento si era creato il giusto entusiasmo. A distanza di qualche mese, devo ringraziare il Lecce per questa opportunità».
IDOLI – «Conoscere Raul come persona e professionista è un privilegio che porterò sempre con me. Quando giocava, lo ammiravo perché in campo dava sempre il massimo. Da allenatore, mi ha insegnato che attaccando il primo palo tutti i palloni possono trasformarsi in gol. Se devo scegliere un idolo, dico Raul e poi Totti. Quando penso all’Italia e al calcio italiano, la mia mente va subito a Francesco: un campione a 360 grandi, con un modo di giocare fuori dal comune. La serie tv su di lui? I miei compagni me ne hanno parlato ma ancora non sono riuscito a vederla».
ESULTANZA – «E’ nata davvero per caso. Ero al telefono con due amici, che scherzando hanno fatto quel gesto lì. Il prossimo gol lo dedichi a noi e lo farai esultando così, mi hanno detto. Ho mantenuto la promessa, poi ho visto che la gente aveva apprezzato. A quel punto ho deciso che, sì, la mia esultanza sarebbe rimasta quella».
ITALIA – «Come dite in Italia, mi trovo molto bene. Ho preso casa vicino al centro della città, vivo insieme al mio cane e ogni tanto mi raggiunge anche la mia famiglia. Il cibo? Sono molto attento a quello che mangio, di solito mi metto ai fornelli per poter seguire la mia dieta. Ogni tanto sgarro, qui si mangia bene ma io… non amo la pasta: la cucina più buona, per me, è quella di Las Palmas. Ovvero quella di casa. Siamo d’accordo, no?».
OBIETTIVI – «Il pallone è la mia passione, trasformarlo in un mestiere era il mio desiderio. Da bambino immaginavo di giocare la Champions o vincere un Mondiale, oggi li vedo come obiettivi lontani ma stimolanti al tempo stesso: ora penso solo a crescere e diventare sempre più forte. Un altro mestiere? Ho studiato marketing e pubblicità, in un futuro lontano mi immagino imprenditore. Ho sempre pensato che facesse per me e arriverà il giorno in cui mi metterò alla prova».