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L’evoluzione del betting a due anni dal Decreto Dignità

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Il settore delle scommesse sportive è cambiato profondamente negli ultimi anni, con l’introduzione nel 2018 delle misure contenute nel Decreto Dignità tra cui il divieto di pubblicità per le società di betting.

La Sampdoria ha dovuto fare a meno dell’accordo commerciale con Eurobet siglato nella stagione 2017/18, trovando nuove sponsorizzazioni altrove.

Al momento il club ligure vanta 25 partner, tra cui Invest, azienda attiva nel campo delle bevande San Bernardo Spa e il nuovo sponsor Macron, tech brand internazionale che ha rinnovato il contratto fino al 2026. Eppure si tratta di una situazione tutta italiana, mentre nel resto d’Europa la partnership tra le imprese di betting e le squadre di calcio è molto forte, soprattutto in Germania, Francia e Inghilterra, mentre anche la Spagna potrebbe vietare questi sponsor a partire dalla prossima stagione.

Senza dubbio la perdita è stata consistente per molti club italiani, impegnati a far quadrare i bilanci tra mille difficoltà per il problema degli stadi di proprietà, oltre alla crisi dovuta al lockdown di inizio 2020. Le scommesse sportive hanno da sempre accompagnato le partite di calcio, a partire dalla vecchia schedina in grado di appassionare intere generazioni di tifosi, pronti a puntare sulla vittoria della propria squadra del cuore recandosi nelle agenzie specializzate.

Oggi il settore è sempre più digitale, con la crescita del betting online e la regolamentazione del comparto con l’erogazione delle licenze AAMS, per scommettere sul web presso piattaforme autorizzate come 888casino, Betfair, Snai e Lottomatica. Questi portali propongono sia scommesse sportive su ogni tipo di sport, sia giochi online legali come il poker, il blackjack e la roulette, riscontrando spesso l’apprezzamento degli appassionati.

Betting: il fallimento del Decreto Dignità

Con l’introduzione del divieto di pubblicità le speranze per un calo del gioco online erano molte, tuttavia a due anni dall’entrata in vigore del Decreto dignità sono in tanti a parlare di fallimento. Al contrario, invece, dal 2019 ad oggi i ricavi provenienti dalle scommesse sportive sono cresciuti in modo considerevole, di fatto senza nessun effetto sul betting e causando soltanto dei problemi ai club che avevano importanti accordi di sponsorizzazione con le società del settore.

Secondo i dati di Agipronews, la spesa nel 2019 è arrivata a 1,6 miliardi di euro, in aumento del 7,4% rispetto al 2018 quando i ricavi erano stati di 1,48 miliardi. Nel primo semestre del 2020 c’è effettivamente stato un crollo delle scommesse sportive, dovuto però all’emergenza sanitaria e al lockdown, non agli effetti del divieto di pubblicità. Il fatturato delle agenzie di betting è infatti sceso del 41,1%, allo stesso tempo le scommesse online hanno chiuso i primi 6 mesi dell’anno con una riduzione di appena lo 0,9%.

Soltanto l’anno scorso il betting online ha ottenuto un incremento del 21,8%, denotando come la preferenza sia per i canali digitali rispetto alle scommesse tradizionali in agenzia. Le previsioni sono di un aumento per del settore per il 2020, con le puntate che avverranno sempre più online, una modalità ritenuta più sicura e comoda dalla maggior parte degli appassionati, con la possibilità di seguire le partite dal vivo e confrontare quote e pronostici in tempo reale.

Il danno economico per i club dopo il Decreto Dignità

Se il Decreto Dignità non sembra aver sortito alcun effetto sulla riduzione del gioco e delle scommesse, al contrario ha provocato ingenti danni economici a molte squadre di calcio, con diversi club che avevano in essere contratti importanti con le principali società di betting. Secondo le stime il divieto di pubblicità ha causato mancati introiti di sponsorizzazioni per circa 100 milioni di euro l’anno, per questo motivo non stupisce la richiesta di molte società di eliminare questa restrizione.

Alcuni club hanno subito una perdita più elevata di altre, ad esempio con la Roma che ha dovuto rinunciare ai 15,5 milioni di euro frutto dell’accordo con Eurobet della durata di 3 anni, mentre Milan e Inter hanno lasciato circa un milione di euro l’anno entrambe per la sospensione della partnership con StarCasino e Bwin. Al momento non sembra che il governo sia disposto a rivedere la sua posizione, nonostante il pressing di molte squadre che vedono in questi accordi un modo per superare le difficoltà economiche dovute dall’emergenza sanitaria di coronavirus.

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