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Sampdoria, Thorsby: «Possiamo arrivare in Europa League»
Morten Thorsby, centrocampista della Sampdoria, si racconta sulle pagine di SportWeek: «Ranieri ci ha dato fiducia»
Morten Thorsby, centrocampista della Sampdoria, si racconta sulle pagine di SportWeek. Dalla Sampdoria all’impegno a salvaguardia della natura, tutti i segreti del biondissimo blucerchiato.
TELELAVORO – «Per ragioni culturali. Dalle mie parti la parola d’ordine è “efficienza”. E l’efficienza, e quindi la produttività sul lavoro, si ottengono anche risparmiando sugli spostamenti da casa all’ufficio e quindi ottimizzando i tempi. Voi, invece, siete abituati ad andare “lunghi”, a mettere in conto gli spostamenti verso la parte opposta della città, le code in auto e l’attesa infinita dei mezzi pubblici. È questione di mentalità, di cultura, appunto; ma, sinceramente, credo che se l’Italia vuole aumentare la sua efficienza, dovrebbe cambiarla, questa mentalità».
NATURA – «In Norvegia sono cresciuto in un posto immerso nella natura, vicino ai boschi. Con i miei genitori e mia sorella, la domenica si passeggiava in montagna. Mi sono reso conto in fretta di quanto sia prezioso quello che ci circonda, e quanto sia indispensabile preservarlo per la sopravvivenza stessa della specie umana».
DIFFERENZE – «La Norvegia è grande come l’Italia, ma ha solo 5 milioni di abitanti. Noi siamo abituati a vivere tra laghi e foreste, voi in mezzo al cemento. Noi ci sentiamo piccoli, soli e quasi impauriti di fronte alla maestosità e alla forza della natura; voi, e tanti altri Paesi industrializzati, pensano al contrario di averla dominata e piegata ai loro interessi, la natura. Nel migliore dei casi, non sono abituati a confrontarcisi. Non la conoscono. Sono da due anni in Italia e vedo i giovani sempre più coinvolti nelle battaglie per un futuro sostenibile. Partecipano in massa ai Friday for Future lanciati proprio da Greta. Sono loro, i ragazzi, a incarnare la speranza di tutti».
ECOLOGIA – «Ho iniziato quattro anni fa, quando giocavo in Olanda, all’Heerenveen. Insieme alla società mettemmo in piedi una serie di iniziative: la raccolta della plastica e l’installazione dei pannelli solari allo stadio, l’invito a usare la bici, rivolto ai giocatori per arrivare all’allenamento e ai tifosi per venire alla partita. Feyenoord, Ajax: ci sono venuti dietro quasi tutti. Perché questo è il segreto e la forza che sta dietro all’impegno mio e di altri come me: l’esempio concreto, che diventa fonte di ispirazione per gli altri. Io non posso pretendere di cambiare tutto il mondo, ma quello che mi sta intorno, sì».
WE PLAY GREEN – «La mia campagna per coinvolgere sui temi ambientali il maggior numero possibile di calciatori. L’ho messa a punto durante il lockdown, quando ho avuto tanto tempo per pensare. Per questo ad agosto mi sono incontrato con Sergio Costa, il vostro ministro per l’Ambiente. Un progetto da realizzare in fretta insieme riguarda l’introduzione delle macchine mangiaplastica nei centri sportivi di Serie A. Poi pensiamo a un video promozionale sul modello di quello contro il razzismo che passa in televisione prima delle partite di Champions, un video nel quale i calciatori ci mettano la faccia per sensibilizzare la gente sui cambiamenti climatici e i rischi che corriamo. Il ministro ha lanciato l’idea di cucire We Play Green come logo sulle maglie da gioco delle squadre. Intanto, a tutti i club di Serie A sta arrivando il mio questionario».
SAMPDORIA – «Non pretendo di convincere nessuno. Ma vado all’allenamento con la mia auto elettrica, una Tesla. Ai compagni che arrivano coi macchinoni potenti, dico: vieni a provare la mia, e poi mi dai un giudizio. Salgono, fanno un giro e dopo mi fanno: ma lo sai che è meglio?».
RANIERI E GENOVA – «Non ho ancora affrontato l’argomento seriamente. Però, quando a fine allenamento qualche compagno lamenta dolori, mi fa: Morten, portalo con te a camminare in montagna. A Genova e alla Samp ho conosciuto Carlo e Pietro Ienca dell’associazione Trip in Your Shoes, che promuove il turismo a piedi. Con loro ho partecipato a parecchie escursioni. Sul Monte Fasce, sopra Genova, abbiamo riempito interi sacchi, con la plastica raccolta. Ho tante idee su Genova, che ha un territorio splendido ma con parecchi problemi. Andrebbero piantati più alberi, per esempio, per impedire che il fango venga giù dalle colline quando piove. Io non ho il tempo per piantare un albero, però posso fare una donazione a un’associazione che se ne occupi».
RANIERI E IL CALCIO – «Ci ha dato serenità, fondamentale nella passata stagione per arrivare a una salvezza più o meno tranquilla. In questa siamo partiti male, ma la vittoria a Firenze ci ha restituito fiducia. Io penso che possiamo arrivare in una posizione di classifica che ci consenta di disputare almeno i preliminari di Europa League. Trasferte in aereo? Se è per questo, anche a Benevento andremo in aereo. È il mio lavoro e non posso farci niente. Ma, quando sono costretto a volare, compro quote “verdi” grazie al programma delle Nazioni Unite, per compensare le emissioni di CO2 dell’apparecchio col quale ho viaggiato».
TITOLARE – «Quando sono arrivato in Italia avevo due obiettivi: imparare in fretta la lingua e diventare un giocatore importante per la mia squadra. Mi serve anche per il mio impegno ambientale: più sei conosciuto, più hai presa sulla gente».
RINUNCE – «Non mangio carne rossa e cerco di essere il più possibile vegetariano. Ma non lo considero un grande sacrificio. E poi i viaggi: anche quando vado lontano in vacanza uso l’auto elettrica. Dalla Norvegia a Genova ci sono più di duemila chilometri, li ho coperti in quattro tappe: Oslo-Copenaghen, Copenaghen-Amburgo, Amburgo- Como, Como-Genova. Ci ho messo due giorni. Chi vuole vedere il lato negativo della cosa, dirà: troppo tempo, è scomodo. Io preferisco pensare che questo viaggio mi ha permesso di girare l’Europa e scoprire posti che non conoscevo».
POLITICA – «I politici sono meno importanti della gente comune. Quello che importa è che le persone inizino a pensare in maniera differente. E ci riescono quando chi gli sta vicino le spinge sulla strada di nuovi stili di vita. Io convinco te, tu convinci un altro, e così via: è in questo modo che funziona. Se cambiamo le persone, cambiano anche i politici. Dobbiamo lavorare dal basso, non aspettarci che le cose cadano dall’alto».
CLIMA – «Venticinque anni fa Oslo era coperta di neve per tutto l’inverno. Negli ultimi cinque o sei, la città è stata innevata solo una volta. Per il resto è venuta giù soltanto la pioggia. I ghiacciai si stanno sciogliendo, come sulle Alpi. Dalle mie parti abbiamo chiari segnali su come sarà la Terra nel futuro prossimo».
IMPEGNO – «Io sono un uomo fortunato e voglio ripagare questa fortuna. Il mio impegno per l’ambiente è l’affitto che pago per abitare su questo pianeta. Se in tanti la pensiamo alla stessa maniera, possiamo sperare».