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Sampdoria, certezze in partenza e scommesse in arrivo. L’analisi
La Sampdoria negli ultimi anni ha sostituito le certezze, come Skriniar, con delle scommesse (alcune vinte) come Andersen. L’analisi
La Sampdoria, negli ultimi anni, si è sempre contraddistinta per l’enorme quantità di talenti che, sotto l’occhio attento di Riccardo Pecini, è riuscita a lanciare nel panorama calcistico italiano e internazionale. Basti pensare ai vari Skriniar, Torreira o Schick per citarne solo alcuni. Una vera e propria fabbrica di talenti che, però, non sempre ha funzionato alla perfezione. Prendiamo il primo, Milan Skriniar. Arrivato per 1 milione di euro nel 2016, la Sampdoria lo ha tenuto per due stagioni (di cui una da titolare fisso) per poi cederlo nel 2018 all’Inter, per una cifra intorno agli 8 milioni di euro più il cartellino di Caprari che a sua volta sostituiva Schick, acquistato per 5 milioni e rivenduto a 42 alla Roma.
Una fabbrica di talenti che ha reso i blucerchiati dei piccoli “re” delle plusvalenze. Ma non sempre, come detto, il meccanismo può funzionare. A volte i talenti sono stati sostituiti bene (Skriniar fu rimpiazzato dalla scommessa vinta Andersen), a volte no, come nel caso dell’appena citato Schick. Altre volte c’è stato un downgrade, ma non eccessivo. Nel caso di Torreira che fu sostituito dall’esperto Ekdal. Ora la situazione si ripete con Murru, che nonostante a fine della scorsa stagione è diventato la riserva di Augello, si è sempre dimostrato un titolare affidabile. Il rischio è di entrare in una spirale negativa, di inciampare nell’acquisto sbagliato e rompere il meccanismo.