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Augello: «Serie A? Non aspettiamo altro. La mia quarantena…»
Sampdoria, parla Augello: «Serie A? Non aspettiamo altro che riprendere, ma in sicurezza. Ranieri ha ragione sulla preparazione»
Il terzino della Sampdoria Tommaso Augello si è confidato ai taccuini de La Repubblica, raccontando come ha trascorso il suo periodo di quarantena fra le mura di casa e cosa si aspetta dalle prossime settimane, in vista di una ripresa della Serie A.
QUARANTENA – «Al mattino, dopo la colazione, studiavo e poi eseguivo il programma atletico, solitamente di 75 minuti. Nel pomeriggio, restavo sul terrazzo, tempo permettendo, con la mia fidanzata Martina e mi godevo il bellissimo panorama, che non stanca mai. Alla sera faccio una partita a freccette con mio fratello Matteo, che fa l’architetto a Montecarlo. Ogni giorno sento mia mamma Grazia e lo zio Cesare. Matteo è venuto anche un paio di volte a Marassi. Il mio primo tifoso è sempre stato papà Cesare, che purtroppo è scomparso».
CARATTERE – «Entrare in un ambiente in modo rispettoso è nella mia indole. Nel momento in cui capisco il contesto, tecnico ed umano, anche le prestazioni migliorano».
CRESCITA – «Devo ancora dimostrare di essere un giocatore vero. Penso, però, di essere all’altezza e di poter dare un contributo importante. Certamente bisogna che si presentino le condizioni giuste, ma sono pronto a fare la mia parte».
NUOVA CASA – «Ho sempre sognato una casa vicino al mare e a Nervi mi sento come se fossi in un bellissimo paese. Esco a piedi e vado in pescherie o dal panettiere, come facevo a Lerici nell’ultimo biennio».
CORONAVIRUS – «Un mio ex compagno del Pontisola, Francesco Caffi, è stato in ospedale e trattato con ossigeno. Ha avuto paura di morire, certe cose non possono lasciare indifferenti. Non bisogna pensare che un giovane o un atleta non corra rischi. Dopo uno sforzo intenso le possibilità di essere contagiati aumentano, almeno secondo quanto ho letto».
SERIE A – «Se si può riprendere in sicurezza non ci sono problemi. Nessun calciatore può essere contrario a fare il proprio lavoro, siamo sempre pronti, non aspettiamo altro, ma con delle condizioni giuste».
PREPARAZIONE – «L’ultima gara è dell’8 marzo. Se fosse passato solo un mese, sarebbero bastate un paio di settimane. Adesso servono almeno sette giorni in più. Il problema vero è che non siamo mai rimasti fermi così a lungo, neanche d’estate. Nel periodo a casa, l’allenamento è stato sempre forzatamente uguale e ripetuto, non è la stessa cosa. Ha ragione mister Ranieri, servono almeno tre settimane di preparazione. Si giocherebbe con il caldo, potrebbero servire orari e modalità diverse anche negli allenamenti. Insomma, sarebbe una situazione completamente nuova».