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Serie A a porte chiuse, gli steward: «Avremmo preferito lo stop»
Serie A a porte chiuse, ma gli steward ci saranno: «Tutto semplificato, ma aumenta rischio sanitario. »
Tra le categorie più coinvolte dalla chiusura degli stadi di Serie A, rientra sicuramente quella dei cosiddetti steward. Ferruccio Taroni, presidente dell’ANDES (Associazione Nazionale Delegati Alla Sicurezza) ha esternato ai taccuini di tuttomercatoweb.com le sue sensazioni: «Da un lato c’è una semplificazione, perché non essendoci pubblico scompaiono gran parte delle complicazioni. Aumenta però il livello di rischio sanitario. Siamo nel mondo del calcio e dire che entreranno solo operatori è una bugia in partenza, perché poi ci saranno le liste con 50-60 o 70 persone che faranno il loro ingresso negli stadio: le persone vicine alla società, piuttosto che i grandi sponsor. Senza calcolare che, fuori alcuni stadi, si potrebbe creare assembramento di tifosi, anche se non possono entrare».
Gli steward, perciò, saranno chiamati comunque a stare a contatto con le persone: «Proprio per questo motivo la nostra associazione avrebbe preferito fermare completamente i campionati. Invece si andrà avanti, ma poi al primo caso di coronavirus tra calciatori che si fa? A quel punto, i campionati dovrà fermarsi per forza. Si naviga molto a vista, non solo nel calcio. E il calcio ormai è un’industria talmente grande che è difficile fermarla. Anche se, secondo noi, era questo il passo da fare».
Niente mascherine previste: «No, perché le indicazioni sono che le mascherine dovranno essere indossate solo da chi è malato. Abbiamo raccomandato un continuo lavaggio delle mani e spero gli stadi possano essere subito attrezzati in questo senso. Magari si utilizzeranno dei guanti, ma poi come si fa a controllare un biglietto a oltre un metro di sicurezza?». Di certo il numero di personale impiegato sarà molto minore: «Sicuramente saranno liberi di venire e non venire, anche perché la maggior parte non sono dipendenti. Però alcuni di loro che vivevano solo con questo introito adesso andranno in difficoltà economica. È un problema economico importante, che riguarda non solo questo settore ma anche questo settore».