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Dall’esordio alla Bombonera all’amicizia con Dybala: chi è Maroni
Tecnica, dribbling e Paulo Dybala come idolo: chi è Gonzalo Maroni, nuovo trequartista blucerchiato – VIDEO
La Sampdoria ha ufficializzato un altro acquisto per la prossima stagione, comunicando nella giornata di oggi l’arrivo di Gonzalo Maroni dal Boca Juniors. Dopo quello di Fabio Depaoli dal Chievo, l’acquisto del trequartista argentino – arrivato in prestito con diritto di riscatto fissato a 14 milioni di euro – è il primo vero e proprio colpo di mercato arrivato con il benestare del nuovo tecnico blucerchiato Eusebio Di Francesco. Dopo l’esperienza con Joaquin Correa, ecco che a Genova approda un nuovo numero diez: scopriamo di più sulla sua carriera e sulle sue qualità.
Maroni nasce a Córdoba, in Argentina, il 18 marzo 1999. Già dalla tenera età di tre anni comincia a prendere dimestichezza con il pallone e, ancora piccolissimo, figura già tra i tesserati dell’Instituto, uno dei club della sua città natale. Le sue potenzialità appaiono da subito chiare e, anno dopo anno, nel 2015 completa tutta la trafila delle giovanili, arrivando finalmente in prima squadra: il 16 agosto, il centrocampista debutta nella B Nacional (la Serie B argentina) contro l’Atlético Tucumán e, conquistata una manciata di presenze da subentrante, a fine anno passa al Boca Juniors per 6,5 milioni di pesos – pari circa 130mila euro – più il 10% su una futura rivendita.
L’esordio con la prima squadra degli Xeneises arriva già a maggio, quando Maroni riesce a ritagliarsi gli ultimi minuti della gara in trasferta contro l’Estudiantes. Per un’altra chance deve attendere fino alla stagione successiva: l’1 maggio 2017 è una data indelebile nella memoria del giovane talento, che nella stessa sera prova le emozioni di calcare l’erba della Bombonera – per giunta da titolare – e di siglare il suo primo gol con la maglia del Boca, firmando il definitivo 3-0 ai danni dell’Arsenal. Nonostante la buona prova offerta, in quella stagione non riesce a farsi spazio tra le gerarchie e mette nelle gambe solamente altri 20′, pur conquistando la vittoria del titolo nazionale.
Il copione si ripete anche l’anno successivo, durante il quale, chiuso da un mostro sacro come Carlos Tevez, riesce a racimolare solamente 6 presenze in tutto il campionato. Un altro trofeo da esporre in casa non lo soddisfa, Maroni ha voglia di giocare e decide di lasciare Buenos Aires per tentare fortuna altrove: dopo l’esperienza con la maglia dell’Argentina ai Mondiali U20, nell’estate del 2018 fa ritorno a Córdoba trasferendosi in prestito al Talleres, club di Primera Division. Una mossa rivelatasi azzeccata, dati i più di 1000′ collezionati, conditi da 2 reti e un assist. L’addio al Sudamerica, tuttavia, era uno step necessario per progredire e Maroni proverà a farsi conoscere anche nel calcio europeo con la maglia della Sampdoria.
Nonostante le migliaia di chilometri di distanza, il classe ’99 si sentirà comunque un po’ a casa. Non lontano, a Torino, si trova infatti uno dei suoi più cari amici, nonché l’idolo al quale ha sempre dichiarato di ispirarsi: Paulo Dybala. L’attaccante della Juventus, prima ancora di sbarcare in Italia e vestire la maglia del Palermo, ha iniziato la sua carriera da calciatore proprio a Córdoba tra le fila dell’Instituto, compiendo tutta la trafila delle giovanili ed affermandosi poi in prima squadra. È lì che i due si sono conosciuti per la prima volta e, nonostante i sei anni d’età che li separano, hanno costruito un rapporto d’amicizia che dura ancora ora. Un motivo in più per trasferirsi in Serie A.
Rispetto a Dybala, tuttavia, le caratteristiche sono altre. Il suo rendimento parla chiaro, Maroni non è di certo un finalizzatore, anche se i pochi gol realizzati sono stati dei capolavori: grande tecnica e velocità, unite all’ottima visione di gioco, lo rendono un trequartista perfetto, capace di servire con facilità i compagni in avanti. Non altissimo (177cm) e dal fisico asciutto, El Pibe – questo il suo soprannome in patria – riesce a sgusciare con facilità tra gli avversari, anche se sotto la guida di Di Francesco dovrà modificare leggermente il suo stile di gioco: dando per scontato che il nuovo tecnico blucerchiato adotti il suo classico 4-3-3, l’argentino dovrà rispolverare le sue capacità da esterno sinistro, ruolo già ricoperto in passato, facendo valere il suo delicatissimo piede destro.
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