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Editoriale

Tre minuti per annichilire il Grifone: Genova ha solo i nostri colori

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Un altro successo di Giampaolo, che vince sul piano tattico e atletico, facendo correre i suoi il doppio degli avversari e risolvendo la partita anche sul piano psicologico, con due gol a freddo all’inizio dei due tempi di gioco

Anche stavolta Giampaolo ha imbrigliato il Genoa. Se all’andata il pareggio sembrava un risultato giusto, anche a fronte di un avversario che poteva dalla sua sfruttare la presenza di un attaccante come Piatek, al ritorno non c’è stata storia. Il Grifone è stato completamente annichilito e nel secondo tempo anche schernito, con il Doria che ha addormentato la partita, gestendola con qualche piccolo rischio, ma adeguatamente gestito. Un calo che si è già visto nelle corde della Sampdoria, ma che – come confermato dallo stesso Giampaolo nel post-gara – era da copione: perché i blucerchiati hanno giocato due partite, una di grande agonismo e abnegazione, correndo a mille, e un’altra di gestione del risultato. Stavolta gli episodi hanno girato a nostro favore e abbiamo saputo sfruttarli adeguatamente. Genova è anche stavolta blucerchiata e Giampaolo si conferma un mattatore da derby.

Sarebbe stato indubbiamente bello infierire ancora di più sugli avversari, magari continuando a spingere nel secondo tempo, concretizzando qualche azione in più: Quagliarella nel finale, con Radu che ha respinto la conclusione in angolo, o anche con Jankto poco prima, che avrebbe dovuto e potuto gestire meglio l’ultimo passaggio per Gabbiadini. Però va bene così, perché ci abbiamo messo tre minuti per zittire la Nord, con Defrel che oramai sta diventando un esperto dei gol lampo. Giocata in questo modo, con la partita che si mette in discesa subito nei primi minuti, il Doria diventa praticamente insuperabile e ieri sera lo è stato. Con un roccioso Colley, con un sempre attento Andersen, con Murru e Sala capaci di fare benissimo le due fasi. Voglio porre però l’accento sul secondo dei due terzini, perché la crescita che ha avuto in questa seconda parte di stagione è sontuosa: pare che l’ex Hellas abbia ritrovato la grinta e la voglia di darci dentro, sicuramente complice l’aver ritrovato la miglior condizione fisica possibile.

La vittoria nel Derby porta una gioia incontenibile, conferma quello che sapevamo oramai da tre anni, ossia che Genova è nostra, è blucerchiata e che Giampaolo non sa e non vuole perderle queste partite. Allo stesso tempo porta del rammarico, perché ci è stato dimostrato che questa squadra può fare più di quanto abbia fatto quest’anno, soprattutto in alcune partite, con chiaro riferimento a quelle con Torino e Roma, tra le più recenti, o con il Frosinone. Mancano sei partite, ora, e la scarica di adrenalina che ha dato la vittoria del derby deve essere usato come combustibile per andare ad azzannare la classifica e tutte le prossime avversarie, soprattutto quando arriverà lo scontro diretto con la Lazio. La prossima settimana ci mancherà Gabbiadini – che si è fatto ingenuamente ammonire nel finale, in maniera del tutto evitabile – ma contro un Bologna in emergenza possiamo imporre il nostro gioco: perché da qui arriva la forza della Sampdoria, una squadra che fa giocare male l’avversario, ma allo stesso tempo riesce ad avere un palleggio di grande pregio, soprattutto quando gli interpreti girano bene. Vedasi Linetty, che sta diventando sempre più un centrocampista completo in entrambe le fasi, o anche lo stesso Ekdal, che ha saputo amministrare la cabina di regia come solo lui sa fare. Gli scontri diretti con le nostre avversarie ci hanno detto che l’Europa forse non ce la meritiamo, ma se dovessimo prendercela non ci lamenteremmo mica.

Intanto Genova ha ancora i nostri colori e se sarà Europa per la città, sarà grazie alla Sampdoria.

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