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Praet scaccia il mercato: «Qui sono a casa mia». E sul derby…
Praet descrive la sua trasformazione: «Giampaolo mi ha aperto la testa. Europa? Possibile, ma ci servono i tre punti nel derby»
Da quando è arrivato a Genova dall’Anderlecht, ormai tre anni fa, non si può certo dire che Dennis Praet non sia cresciuto esponenzialmente sotto tutti i punti di vista con la maglia blucerchiata addosso, sia dal punto di vista tecnico-tattico che da quello mentale, passando per quello prettamente fisico. Lo riconosce anche lo stesso belga in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport: «Sono diverso. È cambiato persino il mio fisico, lo definirei più… adulto. E sono cresciuto tatticamente. Oggi faccio la mezzala, non c’è più traccia del Praet ai tempi dell’Anderlecht. D’altra parte, ero venuto in Italia proprio perché i margini di crescita in un campionato top come la serie A per me, rispetto al campionato belga, sarebbero stati maggiori. E così è successo. Qui devi pensare velocemente, e avere tanta forza addosso. Il salto mi è servito, ma non mi sento ancora arrivato».
Fondamentale per questa crescita è stato soprattutto il tecnico blucerchiato Marco Giampaolo: «Nel 2016, appena arrivato, avevo una mia visione del calcio, giocavo in automatico. Adesso, dopo quasi tre anni con il mister, che mi ha aiutato sotto molteplici aspetti, è tutto diverso. Giampaolo è stato importante per me, così come per tutti i miei compagni. Mi ha aperto la testa, ho capito che ci sono altri modi di intendere il calcio». Cambiamenti che ormai, come ammesso anche di recente dal centrocampista stesso, Praet ha assimilato in maniera del tutto automatica: «Adesso quando vado in nazionale con il Belgio, il c.t. – Martinez, ndr – mi dice: “Dennis, perché vieni sempre a cercare il pallone e giochi così corto?”. “Mister, sono abituato a fare così nella Sampdoria”, gli rispondo».
Il suo valore di mercato, da quando è arrivato alla Sampdoria, è più che raddoppiato. Normale dunque ipotizzare l’interesse di grandi squadre, ma Praet ribadisce di stare bene a Genova: «C’è sempre la possibilità di fare qualcosa in più. Posso e voglio crescere ancora, ma qui sto bene e mi sento a casa mia. Il primo anno è stato difficile, ora sono un giocatore nuovo anche nella testa. Sono davvero molto felice così». Impossibile poi non pensare al derby in programma domenica pomeriggio: «Questa partita vale più delle sei che poi ci rimarranno prima di finire la stagione. Dobbiamo prenderci i tre punti, soprattutto dopoché nel weekend passato i risultati delle nostre avversarie dirette sono stati a nostro favore: e pensare che il nostro k.o. di sabato in casa aveva fatto sembrare tutto nero. Siamo a quattro punti dall’Europa, con la Roma abbiamo fatto un gran possesso palla, il derby ci serve per la classifica, e non solo per quella. Siamo tutti lì: noi, la Lazio, l’Atalanta, il Torino, la Roma. Possiamo ancora riprenderli – conclude Praet -, ci sono ventuno punti in palio da qui al 26 maggio».