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Colley sfida Zapata: «Lo rispetto, ma domenica segno io»
Colley è diventato il nuovo inamovibile della difesa: «Sapevo di dover imparare, sono sempre stato tranquillo. Un sogno? Segnare al “Ferraris”»
Dopo un inizio di stagione non facile, vissuto soprattutto in panchina per lasciare spazio al duo difensivo formato da Lorenzo Tonelli e Joachim Andersen, da ormai un paio di mesi Omar Colley è riuscito a ritagliarsi più spazio e a strappare una maglia da titolare all’ex Empoli, sfoderando prestazioni in linea con il suo roccioso soprannome, K2. Si tratta in realtà di una sorta di investitura dei tifosi del Genk che, perso Kalidou Koulibaly, trovarono nel gambiano un degno erede del centrale ora a Napoli, sottolineando la somiglianza al senegalese nel donargli questo soprannome. Al di là di ciò, Colley sembra realmente una montagna da scalare per gli avversari in questo periodo: «Sto bene e do sempre tutto – replica il difensore -, sono contento ma non mi esalto perché so che solo il lavoro duro ripaga e la concentrazione va mantenuta costante altrimenti è inutile».
Certamente il salto di qualità rispetto al girone di andata è notevole. A inizio stagione, infatti, il numero 15 giocava ben poco, ma era consapevole che avrebbe avuto bisogna di tempo: «È normale, arrivavo in una situazione completamente nuova e dovevo imparare ciò che chiede il mister. Sapevo che sarebbe servito un periodo di ambientamento. Sono sempre stato tranquillo – rivela a Il Secolo XIX –, credo sia uno dei miei punti di forza esserlo dentro. Tranquillo a parte in campo? Beh, quello è il mio lavoro, chi difende deve fare di tutto perché l’attaccante non trovi la porta, ma non vuol dire essere cattivi; e comunque tutto finisce in campo».
Eppure qualche attaccante che lo ha messo in difficoltà ci sarà anche stato: «Se me lo aveste chiesto negli anni del Genk, dove il difensore fa continui uno contro uno con il suo attaccante di riferimento, sarebbe stato più facile rispondere. Qui tutta la difesa lavora e si muove come corpo unico e il rapporto con i singoli attaccanti non è così stretto. Poi in Italia è raro che ti capiti una squadra con un attaccante facile. Da Okaka a Cristiano Ronaldo, tutti ti sanno metterti in difficoltà». Domenica arriverà un altro peso massimo, Duvàn Zapata: «Ho molta stima di Duvàn, che era qui quando io sono arrivato. Non sarà per niente facile, lui a Bergamo sta facendo benissimo, però come detto è tutta la difesa che dovrà fare bene. Il mio sogno? Segnare io al “Ferraris” – conclude Colley -, e naturalmente non far segnare lui».