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Osti-Samp, era destino: «Già nel ’93 compravo maglie blucerchiate»
Osti inaugura il suo museo: «Tanti cimeli, già nel 1993 compravo maglie blucerchiate per la mia squadra. La Samp? E’ il mio futuro»
Arrivato quasi sette anni fa alla Sampdoria, Carlo Osti ha dimostrato di meritarsi la fiducia riposta dall’allora presidente Edoardo Garrone e dall’attuale presidente Massimo Ferrero nei suoi confronti, portando in blucerchiato tanti talenti e lavorando con impegno e profitto ad ogni finestra di mercato. Che la Samp fosse nel suo destino, peraltro, lo ha ammesso lo stesso Osti nel presentare una mostra dedicata alla propria carriera a Piacenza, dove tutto è iniziato e finito: «Nell’inverno del 1993 fissai un appuntamento al casello autostradale di Tortona con Gigi Ronca, responsabile del settore giovanile blucerchiato e comprai una muta di maglie rosse della Sampdoria, con tanto di sponsor “Erg” per la mia squadra, l’Associazione informatori farmaceutici. Piacevano a Paolo Corradini, il centravanti: “Sono le più belle della Serie A”. Chissà, forse era già un presagio… Le maglie ci sono durate qualche stagione».
Tanti i cimeli esposti da Osti nel suo “museo-garage”, maglie e foto soprattutto: «È un’idea nata quasi per caso. Durante le cene a casa mia spesso me le chiedevano, ho visto che piacevano e allora mi sono chiesto, perché tenerle in un cassetto? Ci sono io che marco Maradona, Rumenigge e Mancini in maglia bianca della Samp, sponsor “Phonola”. Eravamo ad Avellino – ricorda Osti ai taccuini de Il Secolo XIX –, fu 0-0. Era giovanissimo, ma già molto forte. Mi aveva creato parecchi problemi. Si vedeva che aveva i numeri». Molte anche le foto con Riccardo ed Edoardo Garrone, Massimo Ferrero, Antonio Romei e Walter Sabatini, sul quale Osti rassicura: «Sta molto meglio. La Sampdoria? Un’esperienza bellissima quella che sto vivendo nella società blucerchiata. Che per cultura, storia, traduzione, passione dei tifosi, completa alla grande il percorso del mio calcio. Del mio futuro».