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Le pagelle della Sampdoria: difensori, ecco il vostro voto

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La Serie A è giunta al termine ed è tempo di assegnare i voti ai giocatori della Sampdoria: le pagelle dei difensori

La difesa si spacca in due. Una metà è promossa a pieni voti, l’altra metà inevitabilmente bocciata.

BARTOSZ BERESZYNSKI 7: doveva essere la stagione della conferma dopo quanto di buono fatto vedere nei primi sei mesi in Italia e il terzino polacco ha dimostrato non solo di meritare la titolarità sulla destra adattandosi perfettamente al calcio italiano, ma anche di essere cresciuto molto a livello tecnico-tattico. Le sue letture difensive hanno tolto le castagne dal fuoco alla retroguardia doriana in più di un’occasione, da un punto di vista fisico si è dimostrato spesso e volentieri insuperabile. Non è un caso che Napoli ed Inter abbiano messo gli occhi su di lui. Unico appunto: va migliorata la fase offensiva, tecnica del cross compresa: 1 assist in 31 presenze è un po’ poco.

MATIAS SILVESTRE 7: il vero e proprio pilastro della difesa. Leader indiscusso del quartetto titolare scelto da Giampaolo per affrontare la stagione, Silvestre ha dimostrato di essere ancora uno dei difensori centrali più affidabili della Serie A: pochissime sbavature, senso della posizione, istinto naturale nel guidare la linea. Normale che Giampaolo non abbia mai voluto fare a meno dell’argentino, se non quando si è capito che la Sampdoria non avrebbe più potuto qualificarsi alla prossima Europa League. Dulcis in fundo, sono finalmente arrivati quest’anno il primo gol in blucerchiato e i galloni di vice-capitano in campo: difficile davvero chiedere di più.

GIAN MARCO FERRARI 6,5: arrivato con la pesante etichetta di uomo da 15 milioni, Ferrari si è complessivamente ben disimpegnato in questa stagione, conquistando un posto accanto a Silvestre molto presto, estromettendo così Regini dal ruolo di centrale titolare. Rispetto a Silvestre, evidentemente più esperto e sicuro, Ferrari ha mostrato a volte qualche lacuna a livello di lettura dell’azione offensiva avversaria, spesso poi prontamente compensata dai compagni di reparto. In particolare il suo finale di stagione è stato un po’ deludente: la stanchezza e la poca concentrazione lo hanno portato a commettere errori marchiani che non sono piaciuti ai tifosi. Stagione nel complesso positiva, anche se il prossimo anno, complice il riscatto fissato dal Sassuolo a 13,5 milioni, sarà difficile rivederlo a Genova.

JOACHIM ANDERSEN 6,5: naturalmente il giudizio che si può dare del giovane danese non può che essere parziale, ma per ciò che il classe ’96 ha fatto vedere si può dire che il suo futuro in blucerchiato possa essere roseo. Non è facile, per un difensore, colpire Giampaolo – per informazioni chiedere a Castan e Simic -, ma di Andersen il tecnico doriano ha sempre parlato un gran bene, anche quando l’ex Twente non giocava. Dopo il normale periodo di rodaggio per imparare i concetti base del calcio italiano e del “giampaolismo”, Andersen ha ben sfruttato il finale di campionato mettendosi in evidenza in più gare – ottimo l’esordio a Bergamo. Giampaolo quest’anno ci ha solo permesso di sbirciare di sfuggita le qualità del danese. Sicuramente il prossimo anno ci sarà occasione per farsi un’idea più completa delle sue qualità, per adesso il giudizio è molto positivo.

NICOLA MURRU 5,5: ed ecco le note dolenti del reparto difensivo. Da notare come tutti i bocciati siano terzini, un fatto che pone l’accento sul problema endemico che la Sampdoria continua ad avere sulle fasce. Problema che a sinistra si sperava potesse risolvere Murru, arrivato dal Cagliari per una cifra molto importante e subito spedito in panchina da Giampaolo per la sua poca disciplina tattica. Diventato titolare più per demeriti altrui – la questione Strinic – che per meriti propri, checché ne dica Giampaolo, Murru ha poi alternato prove discrete a momenti di black-out totale, come in occasione del folle intervento di mano in area a Firenze in Coppa Italia. Complessivamente, non si può dire sia stata una stagione sufficiente. Per il prossimo anno i tifosi e Giampaolo si attendono un sensibile miglioramento.

VASCO REGINI 5: Giampaolo crede in Regini, questo è acclarato. I tifosi non credono in Regini, è questo è altrettanto lampante. Ma la vera domanda è: Regini crede in Regini? Sembra che il numero 19 non abbia quella sicurezza nei propri mezzi che lo farebbe giocare più tranquillo. L’impressione è che il primo a credere poco in se stesso sia proprio lui: ormai il ruolo di Regini è quello della ruota di scorta, del tappabuchi. Ha perso anche i gradi di capitano a vantaggio di Quagliarella, cosa piuttosto inusuale. Per il resto, 14 presenze e un campionato, l’ennesimo, vissuto da gregario, senza mai riuscire a mettersi in mostra.

JACOPO SALA 4,5: Jacopo Sala non è un terzino, inutile girarci intorno. Finchè l’ex Hellas Verona resterà alla Sampdoria, dove è stato ormai inquadrato in questo tipo di ruolo, la sua carriera resterà ad un punto morto. Giampaolo aveva anche avuto l’idea, durante l’anno, di provarlo mezz’ala, ma la cosa è poi morta lì. Certo nemmeno in difesa il classe ’91 rende al massimo delle proprie potenzialità. 13 presenze in stagione, spesso e volentieri macchiate da errori da matita blu. Anche quest’anno, una sonora bocciatura per lui.

IVAN STRINIC 4,5: Con Strinic sembrava che la Samp avesse finalmente trovato un terzino sinistro degno di questo nome: tatticamente intelligente, esperto, dotato di un mancino vellutato. Peccato che il numero 17 abbia deciso di rovinare tutto con la decisione di andare al Milan, staccando la spina a gennaio ed estromettendosi di fatto dalla squadra titolare. Peccato perché sembrava davvero che la squadra blucerchiata potesse aver risolto la questione concernente la fascia sinistra. Ma il comportamento di Strinic è difficile da accettare, e soprattutto sono difficili da accettare la poca concentrazione e la sufficienza con le quali è sceso in campo in alcuni matches di fine stagione, a Roma con la Lazio soprattutto. Poteva scegliere di essere titolare a Genova, ha scelto di essere una riserva al Milan.

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