Nazionali
Kownacki scalpita: «Non solo i Mondiali, ma anche giocare»
Kownacki sogna i Mondiali con la maglia della Polonia: «So che posso farcela. Non solo voglio andare in Russia, ma anche giocare». E l’italiano non è il suo forte: «Ancora poco fluente»
L’unica volta che gli è stata concessa una maglia da titolare, Dawid Kownacki si è reso assoluto protagonista. Una doppietta e un assist in Coppa Italia contro il Pescara avevano esaltato le sue qualità, ma per l’attaccante polacco della Sampdoria il minutaggio comincia a diventare un problema serio, nonostante l’ottimo rendimento e la straordinaria media gol (uno ogni 43′). Già a quota 6 reti stagionali, l’ex Lech Poznan è tra i candidati a partecipare ai prossimi Mondiali con la maglia della Polonia: «Se possibile, vorrei anche andare agli Europei con l’U21 (di cui è il capitano, ndr). Non so cosa succederà, ma se passeremo alle fasi finali, mi piacerebbe parteciparvi. Di solito, quando comincio qualcosa, adempio in toto al mio dovere e non lascio le cose a metà». Per strappare un biglietto per la Russia, Kownacki dovrà ottenere più considerazione da Marco Giampaolo e mettere minuti nelle gambe, ma il bomber blucerchiato non sembra temere: «Rappresentare il mio Paese ai Mondiali è uno dei miei sogni. Devi sempre cercare di raggiungerli e fare passi avanti per far sì che si avverino. Credo che solo i riconoscimenti individuali possano dare più soddisfazione. So che è possibile per me andare in Russia – riporta Polsat Sport – e dirò di più: non solo voglio andarci, ma anche giocare».
Archiviate le questioni di campo, si tocca il tasto dolente dell’italiano. Nonostante sia approdato ormai da mesi a Genova, Kownacki non sembra aver ancora raggiunto un buon feeling con la lingua e, ogni volta che viene intervistato, preferisce esprimersi in inglese per evitare problemi: «Un po’ lo parlo. Non so se quando lo faccio sono corretto dal punto di vista grammaticale, ma anche gli italiani stessi perdono un po’ di questo aspetto nel loro parlato. Di sicuro capisco molto, specialmente quando il mister mi dà le indicazioni in allenamento e mi spiega come muovermi. Riesco anche a gestirmi bene quando sono al ristorante, ma non comunico ancora in una maniera sufficientemente fluida. In qualche modo mi limita anche il fatto di avere due polacchi negli spogliatoi (Bereszynski e Linetty, ndr), con cui parlo ovviamente la nostra lingua. Se fossi venuto qui da solo – conclude il numero 99 doriano – probabilmente avrei imparato l’italiano molto più velocemente».