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Sampdoria-Milan, Ferrero: «A giugno avevo rifiutato Zapata»
Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero dopo la vittoria sul Milan: «Bravo Giampaolo, sugli obiettivi non posso dire niente»
Grande vittoria della Sampdoria, che questo pomeriggio si è divorata il Milan grazie ai gol di Duvan Zapata e Ricky Alvarez. Una prestazione da incorniciare, quella contro i rossoneri, ma per il presidente Massimo Ferrero non è la migliore che abbia mai visto sotto la sua gestione: «Non credo, quando vinci son sempre le migliori. E’ un anno che giochiamo insieme – spiega il numero uno blucerchiato -, Giampaolo è stato bravo e ha messo tutti i tasselli giusti al posto giusto». Le grandi prestazioni offerte finora da Duvan Zapata, già autore di due gol, non fanno rimpiangere l’addio di Muriel: «Luis non si scorda mai, è stato un grande talento e adesso è contento al Siviglia. I nostri giocatori vanno in giro per il mondo e fanno molto bene. Quanto son contento dell’arrivo di Zapata? Da 1 a 10, 12. A De Laurentiis ho rotto le scatole tutti i giorni – ricorda il presidente in zona mista -, me l’aveva proposto a giugno, ma noi non avevamo preso in considerazione l’ipotesi. Dopo ha capito che ci sarebbe servito, e lui desiderava molto Schick: è un imperatore, vuole sempre tutto quello che tocca, ma questa volta non ha avuto niente».
Ferrero ribadisce che se i risultati arrivano è merito dell’allenatore, altrimenti è colpa del presidente: «Io non faccio mai demagogia, dico la verità. Un allenatore deve motivare e assemblare 11 ragazzi e cercare di vincere le partite. Se va male, è colpa mia. Cos’ha di più Giampaolo più di Montella? Questo lo dovete chiedere a Pradè. Io mi affeziono umanamente, a chi lavora e chi mi sta vicino». Il patron blucerchiato conferma di aver chiesto lo stadio al sindaco Bucci: «Ci siamo messi d’accordo e ci vediamo presto». Un’ultima battuta sugli obiettivi che la Sampdoria si può prefissare per questa stagione: «Non posso dire niente, il calcio è imprevedibile. Guardate contro il Verona – conclude – abbiamo provato mille volte a segnare ma la palla non voleva entrare».