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30 anni e non sentirli: 1986, finale di andata di Coppa Italia, Mancini trascina la Samp
In occasione del match che vedrà opposta la Juventus al Milan per la finale di Coppa Italia, in programma all’Olimpico per questa sera, facciamo un salto nel passato e andiamo al 7 giugno del 1986. La finale di Coppa Italia, all’epoca, non era una partita secca ma si giocava ancora andata e ritorno. La concomitanza dei mondiali in Messico, porta via alla Sampdoria di Bersellini tre giocatori chiave, convocati dalle rispettive Nazionali: Vialli, Vierchowod e Souness. Anche la Roma, avversario di questa finale, non è messa meglio, per il Messico sono partiti Tancredi, Conti, Ancelotti, Mela e Boniek.
Dopo aver agguantato la finale in maniera rocambolesca, con il Como sconfitto a tavolino per i fatti occorsi durante la partita che hanno visto l’arbitro dover lasciare il terreno di gioco per essere stato colpito alla testa da un oggetto lanciato dalla curva, i ragazzi di Bersellini si presentano alla partita che vale il trofeo con le migliori intenzioni. Bersellini manda in campo Bordon, Mannini, Galia, Pari, Paganin, Pellegrini, Lorenzo, Salsano, Francis, Matteoli e Mancini. Eriksson risponde con Gregori, Oddi, Gerolin, Desideri, Lucci, Righetti, Graziani, Giannini, Tovalieri, Di Carlo e Impallomeni.
La Sampdoria sostenuta dal proprio pubblico inizia subito forte e propositiva, il calcio di inizio spetta alla Roma che cerca di non farsi impensierire dai blucerchiati. La prima occasione è dei giallorossi che scaraventano un pallone altissimo sopra la traversa. Risponde subito la Sampdoria che mette in mezzo il pallone ma la conclusione termina altissima. I giocatori della Roma non riescono a passare tra le maglie strette della difesa della Sampdoria, anche se è la squadra giallorossa ad ottenere il primo calcio d’angolo della partita, vanificato dalla difesa doriana.
Sul capovolgimento di fronti Gregori fa rabbrividire i suoi uscendo in maniera sconsiderata dalla porta, ma il colpo di testa del numero sette blucerchiato imbeccato da Mancini, viene respinto di testa dalla difesa giallorossa. Sarà proprio Roberto Mancini a portare la Sampdoria in vantaggio al 19′ sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto corto: palla diretta al Mancio che sicuro insacca la palla con un tiro rasoterra. La Roma non ci sta e prova subito a rimettere le cose in parità, il gol però non arriverà fino al 45′, seppur ci provi in tutti i modi impegnando spesso e volentieri un sempre pronto Bordon. La Sampdoria da parte sua sbaglia il gol del raddoppio con Mancini che a tu per tu con Gregori spara alto sopra la traversa. Anche Pino Lorenzo sembra non vedere la porta, in ben due occasioni potrebbe portare i blucerchiati al raddoppio ma non inquadra lo specchio. Sarà Tovalieri a depositare la palla alle spalle di Bordon alla fine primo tempo.
La ripresa vede la Sampdoria partire subito forte con Mancini alla ricerca del gol, la Roma accenna una timida ripresa ma Bordon è insuperabile e nega ogni possibilità. Stessa cosa Gregori che viene spesso chiamato in causa dagli attaccanti e centrocampisti blucerchiati. La partita è vivace e un continuo capovolgimento di fronti seppur la porta spesso sia fuori dai radar dei giocatori deputati ad offendere. Sarà Galia a farsi trovare solo in area e a depositare di testa al 67′ minuto di gioco la palla della vittoria, con un Bersellini entrato direttamente sul terreno di gioco e redarguito dal quarto uomo. Nuovamente la Sampdoria cercherà di portarsi vicina al terzo gol, per ben due volte con Mancini negli ultimi dieci minuti; Lorenzo invece viene sostituito al 74′ als uo posto Fiondella. Gregori nega però qualsiasi altro tentativo e l’arbitro chiude la partita sul risultato di 2-1 per i blucerchiati. Il ritorno è in programma tra sette giorni, la Sampdoria se vorrà alzare la Coppa dovrà replicare in trasferta alla prestazione fornita in campo contro la Roma. Ma questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta.