2013
28 giugno 1989: la terza Coppa Italia
Ci sono giorni di fine giugno che calcisticamente ricordano bei momenti, come nel caso del 28 giugno, soprattutto quello del 1989, che per i tifosi della Sampdoria significa solo una cosa: la terza Coppa Italia.
Fu una Coppa Italia strana quella del 1988/89, una formula unica e mai più utilizzata dove la Sampdoria, inserita nel Girone 8, si impose agevolmente su Lecce, Modena, Cremonese, Padova e Arezzo, prima di eliminare Fiorentina e Atalanta ai quarti e semifinale e giocarsi la Finale contro il Napoli di Diego Armando Maradona e Careca.
All’andata gli azzurri si imposero allo stadio San Paolo per 1-0 con gol di Renica, e la gara di ritorno, che si doveva giocare al Ferraris, venne spostata allo stadio Giovanni Zini di Cremona per i contemporanei lavori di ristrutturazione dello stadio genovese per i campionati mondiali di calcio del 1990.
La sfida è tesissima, ma la Sampdoria mette da subito le cose sul binario giusto e alla mezz’ora trova il vantaggio con il solito straordinario Gianluca Vialli, che incorna di testa un cross di Víctor Muñoz e spedisce all’incrocio alle spalle di Giuliani.
Il Napoli accusa il colpo e la Sampdoria appena 6 minuti dopo trova il raddoppio, sempre di testa, ma il gol è Toninho Cerezo, che da pochi passi butta dentro. Il primo tempo si conclude così con la partita già ribaltata in favore dei blucerchiati, ma non è finita qui.
Al primo minuto della ripresa Pietro Vierchowod prova una sortita offensiva, serve Mancini che con la sua immensa classe ridà il pallone con il tacco allo stesso Zar, che con la porta spalancata davanti a sé a tu per tu con Giuliani non sbaglia con l’aiuto del palo, 3-0 e partita in ghiaccio.
Il Napoli non ci capisce più niente, e al 14′ Mancini chiude i conti: tunnel su Renica all’interno dell’area, il difensore napoletano lo stende e l’arbitro concede il rigore, che lo stesso Mancini tira spiazzando il portiere per il 4-0 finale. La partita finirà così, con la Sampdoria che solleva al cielo per la penultima volta la Coppa Italia, e torna a gioire, il miglior modo per smaltire la cocente delusione di Berna e un campionato terminato al quinto posto.