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2015/2016, il pagellone: Luis Muriel
Grandi colpi, grandi mezzi. Ma ancora una volta inespressi. Luis Muriel è da tre-quattro anni che viene indicato come possibile crack del calcio mondiale, ma alla fine il suo rendimento è ben al di sotto di quello sperato. Ed è un vero peccato, perché quando si impegna e non si estranea dalla partita, i colpi da grande giocatore ci sono eccome.
Pagato 12 milioni nel gennaio 2015 all’Udinese, il colombiano ha segnato soltanto 10 gol in 48 presenze con la maglia blucerchiata, di cui solo 6 in questa stagione. Veramente troppo pochi per un investimento del genere e comunque in generale per un attaccante su cui avevano messo gli occhi le grandi del calcio mondiale dopo le ottime stagioni con Lecce e Udinese(la prima in maglia bianconera).
E pensare che la stagione di Muriel non era partita così male: tralasciando il match di andata di Europa League con il Vojvodina, disastroso per tutti, il colombiano aveva segnato nel 2-0 del ritorno, mentre nel match di apertura della serie A, con il Carpi, aveva siglato addirittura una doppietta.
Walter Zenga gli dà molta fiducia e lo schiera praticamente sempre titolare al fianco di Eder. L’italo-brasiliano segna di più, ma la fase offensiva di questa Samp è sicuramente la parte migliore, e Muriel ne fa parte, pur con i suoi passaggi a vuoto. Il colombiano è infatti capace di risultare non pervenuto per un’ora, per poi accendersi e con le sue azioni personali seminare il panico nelle difese avversarie.
Sigla il suo terzo gol in campionato contro l’Inter, in una delle migliori prestazioni della Samp di Zenga. La squadra blucerchiata nelle successive partite si spegne, e Muriel pure: sempre fuori dal gioco, svogliato e poco freddo sotto porta.
Zenga viene cacciato dopo la sconfitta contro la Fiorentina, al suo posto ecco Montella che vede molto meno il colombiano. Se infatti nelle prime dodici partite non era stato schierato dall’inizio solo contro l’Empoli, la situazione con l’ex mister della Fiorentina si ribalterà: poche occasioni dall’inizio, tante volte inserito a partita in corso.
Dopo sette panchine consecutive, Montella gli riconsegna la maglia da titolare contro il Bologna, nella prima senza Eder. Dopo un primo tempo da fantasma, il numero 24 sigla il 2-1 che riapre la partita e mette costantemente in difficoltà la difesa felsinea: emblema della sua stagione e a questo punto della sua carriera.
A Bologna finisce comunque male, ma nella successiva in casa contro il Torino, Muriel ancora titolare e in gol: sembra l’inizio della sua riscossa. Intanto in blucerchiato arriva Quagliarella e l’ex granata si prende il posto da titolare. Il nuovo modulo scelto da Montella, il 3-4-2-1, penalizza molto Muriel, che deve accontentarsi solo di spezzoni. Pochi minuti in cui il colombiano vuole spesso strafare e non combina nulla di buono.
Gioca titolare quando Montella rinuncia ai trequartisti, passando al 3-5-2, contro Udinese, Sassuolo e Lazio. Partite in cui la Sampdoria raccoglie i punti necessari per salvarsi. Ma senza i gol di Muriel.
Per tutto questo la sua stagione non può andare oltre al 5. Troppi passaggi a vuoto, troppi pochi gol segnati. Muriel è un giocatore da 15-20 gol a stagione: quando e se riuscirà a conciliare testa e gambe, allora vedremo espresse tutte le sue potenzialità. Altrimenti sarà solo uno dei tanti talenti inespressi.