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2015/2016, il pagellone: Federico Bonazzoli
Non basta provenire dall’Inter e costare sette milioni di euro per essere un grande giocatore, anzi. Questo, però, Federico Bonazzoli lo sa: la sua maturità lo rende consapevole del cammino ancora lungo da percorrere per conseguire i veri obiettivi di una rosea carriera calcistica. Nel frattempo l’attaccante ha già aggiunto un primo tassello con l’esordio in Europa League grazie alla Sampdoria, malgrado la pesante eliminazione complessiva che ne è derivata per mano del Vojvodina.
Il ritiro a Ponte di Legno e Pinzolo, le pressioni per un posto da titolare con Walter Zenga e un futuro che avrebbe dovuto iniziare dal presente. Una sorta di salvatore della patria, il giocatore dal valore aggiunto che avrebbe sorretto l’intero reparto offensivo e regalato reti e gioie ai tifosi. Molti, tuttavia, hanno dimenticato la sua età e il fatto che, quello appena trascorso, sarebbe stato il primo anno da professionista.
Con la maglia blucerchiata vanta comunque sette presenze, contando le coppe a cui ha preso parte, e una sola partita sufficiente. Trattasi della sfida casalinga, vinta 4-1, contro l’Hellas Verona, valevole per la nona giornata. Difficile fare male con una prestazione corale di tale livello. Di conseguenza arrivano le note stonate del suo periodo a Genova: resta in ombra contro Udinese e Lazio, decisamente sotto tono nel doppio impegno col Milan. Forse uno scherzo del destino, data la sua storia interista.
E neppure con il passaggio al Lanciano le cose cambiano. Bonazzoli non trova continuità, colleziona solamente quattordici gettoni in campionato e due nella sfida playout che è costata la retrocessione della formazione abruzzese in Lega Pro. Durante il regolare svolgimento della Serie B i pochi minuti disputati sul campo non hanno permesso al suo potenziale di esplodere, nonostante le dichiarazioni del tecnico Maragliulo siano a favore dell’attaccante.
Poca fiducia, ma la qualità non si discute. Può essere questo, dunque, il riassunto dell’operato di Bonazzoli: magari è questione di ambientamento, di trovare il suo luogo ideale e aspettare solamente che esploda. Il dubbio che permane riguarda un possibile paragone con Petagna, uscito da un vivaio eccellente e impossibilitato a esprimersi al meglio nel calcio dei grandi. Il voto complessivo non può che essere insufficiente: un 5,5 di incoraggiamento in vista della prossima stagione, durante la quale non saranno più permessi passi falsi per convincere la dirigenza della Sampdoria a contare su di lui in rosa.