2010/11, un sogno blucerchiato (mai realizzato) - Ep. 2 - Samp News 24
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2010/11, un sogno blucerchiato (mai realizzato) – Ep. 2

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Il 16 maggio 2010 la Samp vince 1-0 contro il Napoli e conquista i preliminari di Champions. Da quel momento, il Doria non è più tornato a quelle vette: Cassano e Pazzini lasciarono Genova senza venire adeguatamente rimpiazzati, si persero i palcoscenici europei e arrivò la retrocessione in B. Ma cosa sarebbe successo con qualche dettaglio differente? In questo racconto verosimile, SampNews24 ha provato a immaginare uno scenario diverso da quella stagione infausta. Qui la prima puntata.

Cassano dixit

Con una stagione di alta classifica alle spalle e i giusti rinforzi, la Samp ha voglia di ripetersi. L’inizio di campionato, però, non sembra brillante: i blucerchiati hanno raccolto due vittorie in otto giornate e appena otto punti (complice anche qualche svista arbitrale, come i due gol subiti in fuorigioco dalla Juve del terzo corso Lippi). Poi qualcosa scatta nei ragazzi dopo una vicenda che rischia di rovinare l’universo doriano.

Tutto nasce un martedì pomeriggio, con Cassano invitato dal presidente Riccardo Garrone a ritirare un premio. Il rifiuto del giocatore genera una discussione sfociata nell’esagerazione da parte del 99 blucerchiato, che usa espressioni poco compiacenti per dire la sua. Tutto sotto gli occhi dei giocatori, del team manager Ajazzone, di alcuni dirigenti doriani, nonché dei tifosi.

La reazione della Samp è durissima, pronta a chiedere la sospensione del giocatore dagli allenamenti. In ultima istanza, la società sembra indirizzata almeno verso la sospensione totale della retribuzione. Cassano si scusa, ma sembra troppo tardi: «Sono dispiaciuto per quanto accaduto e peraltro ho già chiesto scusa al dottor Garrone, al quale voglio molto bene, in presenza dei compagni di squadra».

I tifosi chiedono la pace, mentre la squadra parte per Cesena e vince 3-1 con una doppietta dell’ex Pozzi. Paradossalmente, la mancanza di Cassano stimola la squadra, un po’ come accaduto durante il 2007-08, quando FantAntonio saltò cinque giornate per squalifica dopo la maglietta lanciata all’arbitro Pierpaoli dopo la gara contro il Torino.

All’epoca, la Samp raccolse 13 punti in cinque gare, tra un Delvecchio centravanti e un Maggio goleador. La squadra di Delneri ha un rendimento parallelo: quattro vittorie consecutive contro le pericolanti (Pazzini segna a Parma addirittura su punizione!), il pareggio casalingo contro il Chievo e la sconfitta casalinga con il Milan che s’incammina verso lo scudetto.

Tuttavia, la mente corre anche alla situazione di Cassano. Dopo una decisione iniziale, Riccardo Garrone tentenna. Fosse per lui, FantAntonio sarebbe già da qualche altra parte e lui avrebbe portato tutto davanti al Collegio Arbitrale. Cassano si è però scusato di fronte ai compagni e si dice pronto a rivedere il suo contratto pur di rimanere. Finché il 99 non si gioca l’ultima carta.

A novembre inoltrato, Cassano parla con il suo amico Pierluigi Pardo: «Non voglio che questo rimanga un errore senza possibilità di perdono. So che il presidente guarda alla condotta e non ai soldi, è deluso da come mi sono comportato. Perciò a me non resta che un ultimo gesto e voglio dirlo davanti a tutti: io giocherò gratis per la Samp da qui fino alla fine del mio contratto nel giugno 2013. Voglio far capire quanto sono disposto a lottare per ottenere un perdono che sento necessario».

Nella successiva partita, molti dalla Gradinata Sud hanno recepito il messaggio. Il nome di Cassano si sente spesso, nella speranza che Garrone ci ripensi. Alla fine, il presidente prende una doppia decisione, annunciata in una conferenza stampa: «Ho voluto ascoltare i tifosi, ma non mi piegherò a tutto questo. Da oggi Cassano è reintegrato in squadra: alla fine, lo stipendio sarà decurtato del 70% fino alla scadenza naturale del contratto. Ma io non ho intenzione di rimanere presidente: sono qui per annunciarvi che da oggi mio figlio Edoardo è il nuovo numero uno della società».

Tutto questo porta a uno sconvolgimento anche in società: Sergio Gasparin si lamenta della poca autonomia ricevuta in quei mesi e decide di lasciare l’incarico. A questo punto, Fabio Paratici si prende tutti gli onori (e oneri) di una gestione patriarcale del settore tecnico della squadra, diventando il deus ex machina dei destini blucerchiati.

Intanto, però, i tifosi pensano a quel Samp-Bari che sembra ormai imminente. Mai partita poteva essere più giusta per il rientro di Cassano, nuovamente convocato da Delneri per la gara del Ferraris. La Samp gestisce la gara in scioltezza, nuovamente consapevole delle sue doti dopo il buon ultimo periodo. Quando arriva il minuto 81, i blucerchiati sono di nuovo pronti a riabbracciare il 99.

Il cambio è con Marilungo, autore del 3-0 con il quale i padroni di casa stanno amministrando la gara dal primo tempo. I tifosi baresi presenti applaudono FantAntonio, quelli blucerchiati hanno umori diversi: qualcuno applaude, lo stadio è in silenzio, mentre altri fischiano. A fine gara, Cassano sa che il percorso sarà lungo anche con alcuni tifosi: «Ci vorrà molta “nutella” per rimediare…».

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La gara, però, ha dimostrato che il Cassano inattivo da un mese e mezzo è comunque utile. In cinque minuti l’attaccante ha fornito l’assist per il gol di Angelo, che segna il 4-0 definitivo. La Samp continua la sua marcia fino alla fine del girone d’andata: nonostante il derby perso un gol di Toni sotto la neve di Genova, il ruolino segna 29 punti in classifica.

Cassano viene gestito fino alla fine del girone d’andata, partendo da titolare solo in Champions, dove l’esperienza internazionale di FantAntonio pesa troppo. Già, le notti europee…

CAMPIONATO:
1° Samp-Lazio 2-1 (60’ rig. Cassano, 75’ Palombo)
2° Juventus-Samp 3-2 (36’ Pozzi, 64’ Cassano)
3° Samp-Napoli 0-1
4° Cagliari-Samp 0-0
5° Samp-Udinese 1-1 (91’ Gastaldello)
6° Bologna-Samp 0-2 (14’ Pazzini, 56’ Lucchini)
7° Samp-Fiorentina 0-1
8° Inter-Samp 1-0
9° Cesena-Samp 1-3 (11’, 45’ Pozzi, 85’ Weiss)
10° Samp-Catania 2-0 (22’ Marilungo, 53’ Mannini)
11° Parma-Samp 1-2 (55’ Pazzini su punizione, 68’ Semioli)
12° Lecce-Samp 2-3 (8’, 40’ rig., 88’ Pazzini)
13° Samp-Chievo 0-0
14° Samp-Milan 1-2 (87’ Ziegler)
15° Samp-Bari 4-0 (16’ Palombo, 30’ Weiss, 44’ Marilungo, 88’ Angelo)
16° Brescia-Samp 0-2 (43’ Pazzini rig., 92’ Obiang)
17° Samp-Genoa 0-1
18° Palermo-Samp 2-1 (89’ Pazzini)
19° Samp-Roma 1-1 (58’ rig. Pozzi)

Punti: 29
Gol fatti: 26
Gol subiti: 18
Marcatori A: 7 Pazzini, 4 Pozzi, 2 Cassano, Palombo, Weiss, Marilungo, 1 Gastaldello, Lucchini, Mannini, Semioli, Ziegler, Angelo, Obiang

Notti europee

Dopo la sbornia dei play-off, l’urna di Nyon fa un altro regalo alla Samp. I preliminari sono stati buoni non solo per il passaggio del turno, ma anche per quello che succedeva in altri campi. Con l’eliminazione del Werder per mano della Dinamo Kiev, la Samp entra in terza fascia per il rotto della cuffia.

Così facendo, il sorteggio può essere più soft. E le mani di Giorgio Marchetti sono fortunate, perché il gruppo della Samp è fattibile: Arsenal, Panathinaikos e Zilina. L’esordio è previsto contro gli slovacchi per il 14 settembre 2010. Lo stadio Ferraris è pronto a esultare e l’urlo «The CHAMPIONS!» durante la musica d’apertura sfonda la barriera del suono nei dintorni di Genova.

È una serata d’oro: il Zilina non è in grado di reggere l’onda d’urto dell’entusiasmo blucerchiato, con Cassano e Pazzini che sono in forma come mai. Doppietta per entrambi, con Cassano che mette anche due assist al gemello del gol. A fine gara, c’è una standing-ovation per entrambi. La sensazione è che l’avventura in Champions non sarà così breve.

Peccato che le successive due partite sembrano ribaltare questo schema. L’impatto con l’Arsenal all’Emirates Stadium è tremendo: parliamo di una squadra che si fregia di van Persie, Vermaelen, Fàbregas, Nasri. Non a caso, quando i blucerchiati mettono piede nell’impianto londinese, vanno sotto 2-0 in un quarto d’ora. All’intervallo è 3-0, alla fine arriva anche al quarto.

Una botta che si sente nella gara successiva, quando il Doria è di scena ad Atene. Il Panathinaikos è una squadra alla portata (nonostante la presenza di diversi nazionali greci, Djibril Cissé, Govou e Gilberto Silva), eppure la partita allo stadio Olimpico è un massacro. Il bomber francese segna una doppietta nel primo tempo; Pazzini sembra riaprirla, ma un gol di Karagounis in contropiede chiude il discorso. E nel frattempo, scoppia anche il caso-Cassano.

Con il 99 out, la Samp si gioca tutto a inizio novembre, nella gara casalinga contro i greci. L’Arsenal ha già 12 punti ed è qualificato, ma il Doria deve vincere se vuole superare il gruppo. Allora Delneri studia un piccolo cambio: dal 4-4-2 al 4-3-3, con Marilungo e Weiss dall’inizio, mentre Palombo viene accompagnato da Dembelè e Obiang ai suoi lati. In qualche modo, la mossa funziona.

Marilungo gioca la gara della vita ed è su ogni pallone in fase di pressing, mentre Weiss fa passare una pessima serata al povero Sarriegi. Poco prima dell’intervallo Pazzini sblocca la contesa, con il 10 a raddoppiare su cross di Weiss. Il gol di Marilungo del 3-0 è un premio al ragazzo, sporcato parzialmente solo dalla rete ospite di Cissé. Delneri decide di riproporre lo stesso schema contro lo Zilina: Weiss e il solito Pazzini portano a quota 9 i punti in classifica, mentre il Panathinaikos è a quota 7 grazie all’incredibile pareggio strappato in casa ad Atene contro un Arsenal rimaneggiato.

Dando per scontata la vittoria dei greci in casa contro il Zilina, la Samp deve strappare ALMENO un punto contro l’Arsenal. Vero, Wènger viene a Genova e fa partire dall’inizio molti giovani: Szczesny in porta, Ramsey, Wilshere e Frimpong a centrocampo. Ma è sempre l’Arsenal, gli stessi Gunners che negarono alla Samp l’accesso alla finale di Coppa delle Coppe nel 1995.

Claudio Bellucci prima della gara: «Spero che i ragazzi vendichino quella serata».

 

Eppure l’Arsenal entra in campo molto scarico. Forse è troppo concentrato sulla Premier League oppure i giovani virgulti inglesi non hanno idea di come affrontare un avversario determinato. In più, Cassano è rientrato tre giorni prima con il Bari. Delneri ha parlato con lui, chiedendogli se se la sentiva di esser rischiato con soli 10’ nelle gambe qualche giorno prima. FantAntonio, ansioso di ripagare il suo debito da subito, dice sì.

Sembra quindi importante che la Samp aggredisca l’Arsenal nei primi minuti e così avviene. Il primo tempo del Doria è forse il migliore dell’era Delneri: Mannini è stato preferito a Weiss, ma gioca 45’ straordinari. Cassano lo serve in profondità e lui trova Pazzini solo in area: 1-0 e stadio in delirio. Poi, al 60’ Cassano è pronto a uscire. Non prima però di aver chiuso la gara.

FantAntonio riceve la palla sul settore sinistro, come gli è capitato tante volte in questi tre anni di Samp. Tiene il pallone, poi vede l’inserimento di Dembelè con la coda dell’occhio. Il belga va dentro e viene steso da Koscielny. Dal dischetto, Cassano si fa da parte e lascia l’onere a Pazzini, che mette dentro il raddoppio e il sesto gol personale in Champions. Quando il 99 lascia il campo insieme a un esausto Mannini, la standing-ovation è d’obbligo.

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Da Atene arrivano notizie di un rotondo successo del Panathinaikos, ma ormai lo stadio è in festa. Wènger non prova nemmeno a replicare con qualche contromossa: è passaggio del turno, contro ogni pronostico estivo.

CHAMPIONS LEAGUE:
Samp-Zilina 4-0 (22’ Cassano, 32’ Pazzini, 47’ Cassano, 70’ Pazzini)
Arsenal-Samp 4-0
Panathinaikos-Samp 3-1 (72’ Pazzini)
Samp-Panathinaikos 3-1 (45+1’, 59’ Pazzini, 81’ Marilungo)
Zilina-Samp 0-2 (11’ Weiss, 43’ Pazzini rig.)
Samp-Arsenal 2-0 (34’, 62’ rig. Pazzini)

Punti: 12
Gol fatti: 12
Gol subiti: 8
Marcatori: 8 Pazzini, 2 Cassano, 1 Marilungo, Weiss
Classifica: Arsenal 13, Samp 12, Panathinaikos 10, Zilina 0.

Rivoluzione o involuzione?

D’inverno fa freddo. E fin qui, nessuna rivelazione straordinaria. Ma qualche parola di troppo dell’ormai ex presidente Riccardo Garrone fa calare un clima ancor più freddo sulla Genova blucerchiata. L’entusiasmo del passaggio del turno in Champions e del buon percorso in campionato viene spezzato da una frase glaciale: «Pazzini vuole andar via».

Ma come, il Pazzo? 15 gol in stagione e se ne va? Ma ci sono gli ottavi di Champions, Cassano, il campionato e la nazionale. Dove va? E perché è Riccardo Garrone a parlare, se Edoardo è il neo-presidente? Semplice: perché comunque il peso del padre è ancora più forte di quello del figlio nell’impianto societario. Perciò, il Pazzo deve andare.

Due i motivi per i quali si giunge a quest’epilogo finale. Il primo: il rinnovo con adeguamento non si trova e la Samp ha qualche perdita da metter a posto. Il secondo: la Juve è sempre stata vigile sul ragazzo e l’Inter si è fatta avanti a gennaio, ma è arrivata un’offerta onestamente non rifiutabile dall’Inghilterra.

Roberto Mancini ha bisogno di un centravanti, qualcuno da affiancare in pianta stabile a Carlos Tevez. Balotelli va e viene nel rendimento, mentre nessuno tra Adebayor, Jô e Santa Cruz convince il Mancio. Così il tecnico ha parlato con Andrea Poli, arrivato l’estate prima al City. Con Dzeko bloccato dalle richieste del Wolfsburg (40 milioni!), Mancini decide di virare sul Pazzo.

Dieci giorni di trattative, nei quali l’attaccante gioca (male e deconcentrato) contro Lazio e Juve. Tuttavia, i tifosi sanno. Quando Delneri lo toglie contro i bianconeri, parte un applauso più lungo del solito. Il centravanti si gira per guardare lo Sud e ringrazia. Forse è un segnale. Il giorno dopo, l’affare è fatto per 25 milioni di euro. Cassano l’aveva detto: «Pazzini rimarrà? Non so se resisterà a certe sirene come me».

Per rimediare, Paratici aspetta prima un segnale da Delneri: cosa fare? Trovare un centravanti di grande rilievo in questo periodo dell’anno è difficile. Così nasce la rivoluzione tattica della Samp in un pomeriggio a Bogliasco, dopo un allenamento. Delneri chiede a Cassano di rimanere un’ora in più per una chiaccherata. Lì nasce la sua Samp 2.0.

Lo schema è simile a quello della passata stagione, ma stavolta in maniera definitiva. Delneri chiede a Cassano di diventare prima punta a tutti gli effetti, mandando i compagni in porta non più dal centro-sinistra, ma negli ultimi 25-30 metri. Cassano dice sì, ma chiede un «compagno tecnicamente adeguato». Delneri è un po’ perplesso, ma Paratici – presente alla chiaccherata – ha capito benissimo.

Quello che il barese voleva dire era: «Voglio uno che possa parlare la mia stessa lingua». Ma chi ha quella cifra tecnica abbinata alla concretezza a un prezzo accessibile? Paratici sembra brancolare nel buio, finché non diventa come Peter Brand/Jonah Hill in “Moneyball”: nell’isola dei giocattoli rotti, c’è qualcuno che potrebbe andare.

Il nome è quello di Giovani dos Santos, messicano dal piede pregiato, ma dal futuro incerto e dalle premesse non mantenute. Ex promessa del Barcellona, non ha mai convinto al Tottenham per i comportamenti poco professionali. Tornato dall’ennesimo prestito e da un ottimo Mondiale in Sudafrica, il fantasista ha giocato appena cinque partite. I tifosi non sono convinti, ma Paratici ha l’accordo con il Tottenham: prestito con diritto di riscatto fissato a cinque milioni di euro.

Al tempo stesso, la Samp si muove anche per il resto della squadra. Marilungo viene avvicinato con una super-offerta dall’Atalanta, ma la società reputa indispensabile il ragazzo, a maggior ragione dopo l’addio di Pazzini. Zaza va in prestito al Vicenza, mentre sorprende la partenza di Obiang, entrato a pieno titolo in prima squadra dopo un rodaggio. Eppure il Bari spera di salvarsi con il suo arrivo in prestito. Dice addio anche Accardi, stanco di stare in panchina e trasferitosi a Brescia.

C’è anche qualche arrivo. Per colmare la partenza di Obiang, la Samp paga addirittura un milione di euro per riavere Soriano dall’Empoli. Per tappare la falla Accardi, invece, arriva il giovane Caldirola dall’Inter, poco impiegato al Vitesse. Non solo arrivi, ma rinnovi: Obiang, Palombo e Marilungo allungano fino al 2015, mentre Gastaldello trova l’accordo fino al 2016. Più difficile la situazione di Ziegler, che si risolve con un compromesso: il contratto è rinnovato fino al 2013, ma con una clausola di soli cinque milioni per l’addio.

ROSA:
GK: 30 Storari, 1 Da Costa, 92 Tozzo.
DF: 6 Lucchini, 28 Gastaldello, 26 Volta, 33 CALDIROLA | 3 Ziegler, 18 Gobbi | 13 Fucile, 2 Angelo
MF: 17 Palombo, 8 Dembelè, 4 C. Zanetti, 21 SORIANO | 77 Semioli, 11 Koman | 25 Weiss, 7 Mannini
FW: 99 Cassano, 10 Pazzini, 89 Marilungo, 9 Pozzi.

(continua…)

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